Genitori arrabbiati, insegnanti…
Ad alzare il livello dello scontro anche un passaggio della lettera dei genitori, che tira in ballo il Comune di Nettuno. «Sin dalle prime voci – recita la missiva – ci è stato sempre fatto dire da tutto il personale che nulla sarebbe cambiato, che la scuola sarebbe rimasta cattolica e sotto la direzione della Parrocchia San Giovanni e della Diocesi di Albano e che sarebbe cambiata soltanto la gestione amministrativa al fine di sanare il grave deficit di bilancio causato dal: ‘mancato apporto del Comune di Nettuno, ripetutamente promesso e mai stabilito né realizzato con un minimo di costanza’».
Don Francesco: Il Comune non ci ha ascoltati
Nel corso del confronto Comune-parroco-genitori, Don Francesco gestore della scuola fino a settembre ha letto una lettera del 31 luglio inviata al Sindaco, nella quale lamentava l’impossibilità di avere un dialogo con l’Amministrazione e che, nonostante le promesse di aiuto e della stipula della tanto attesa convenzione, non sono arrivate risposte e quindi annunciava l’imminente chiusura.
La costituzione della Educo srl
L’intenzione della parrocchia, col placet della Curia, di vendere la scuola era chiara. 5 giorni dopo la lettera di don Francesco, si costituisce la società Educo srl che il 27 settembre comprerà la scuola. Solo qualche giorno dopo, visti i tempi biblici delle Poste, il Comune riceverà la lettera della parrocchia in cui si annunciava l’intenzione di chiudere. Lettera, è bene dirlo, a cui comunque il Comune non ha risposto, pensando si trattasse della “ennesima sortita come ce n’erano state tante in passato”, per stessa ammissione del Sindaco.
La Curia di Albano: Comune indifferente
«La decisione di chiudere la scuola San Giovanni non è data dai vecchi debiti, ma dalla impossibilità di una pianificazione finanziaria che portasse la Parrocchia, gestore fino allo scorso settembre, per lo meno a perdere cifre ragionevoli», si legge in una nota della Curia di Albano. «Il Comune si era impegnato verbalmente da diversi anni alla sottoscrizione di una convenzione, ma non ha dato alcun seguito alle mille promesse. La convenzione con il Comune è sempre sembrata l’unica speranza per continuare». E ancora: «Per evitare la chiusura l’unica proposta valida è stata quella del sig. Fabrizio Coscione, che prevedeva la costituzione di una società per garantire gli insegnanti, la presenza della Parrocchia nelle gestione didattica, il mantenimento del corpo docente, lo sviluppo di attività extrascolastiche pomeridiane e la graduale riqualificazione strutturale dell’immobile».
Il nuovo proprietario: la scuola resterà cattolica
Fabrizio Coscione, amministratore della Educo srl, in un comunicato ricostruisce 20 anni di rapporti spirituali e lavorativi con la parrocchia, i mancati pagamenti e mancate convenzioni del Comune di Nettuno con la scuola, debiti accumulati dalla scuola stessa anche verso la sua impresa di pulizie, fino alla richiesta della Curia di farsi carico di risollevare la gestione della San Giovanni. «Considero l’acquisto della scuola un atto di generosità, visto che i 50.000 euro pagati per l’azienda scuola supera di molto il valore reale. Formalizzerò a breve un impegno, per la tranquillità dei genitori, che questa scuola resterà cattolica».
La risposta del Sindaco: vicenda giocata sottotraccia
«Il totale oscuramento di informazioni sulla reale situazione della scuola San Giovanni non ha permesso a nessuno, né genitori né Comune, di individuare alternative alla cessione al privato se non quando ormai tutto era già concluso e sottoscritto», tuona il Sindaco Alessio Chiavetta.
La proposta al Papa: ricompriamo la scuola
Il Consiglio Comunale di Nettuno, in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità la delibera per la proposta di acquisto della Scuola San Giovanni da parte del Comune di Nettuno, alle stesse condizioni con cui la Curia aveva venduto il 27 settembre scorso alla EduCo srl: 50.000 euro e debiti a carico della Parrocchia di San Giovanni. I margini per recedere dal contratto c’erano. La proposta è stata inviata anche a Papa Francesco. E rivolgendosi al nuovo proprietario: «Perché non accettare di aprire un dialogo con chi potrebbe oggi garantire il futuro della scuola San Giovanni mettendola al sicuro da possibili speculazioni economiche?».