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Nettuno, appello al Papa

Genitori e Comune contro la vendita della scuola San Giovanni.

Genitori e Comune contro la vendita della scuola San Giovanni.
La storica scuola cattolica San Giovanni a Nettuno è nel caos dopo la cessione della stessa da parte della Parrocchia a una società privata e le dimissioni presentate dalla direttrice. A sollevare il velo su una questione che stava passando in sordina sono stati i genitori degli alunni, con una lettera indirizzata a papa Francesco, oltre che a tutti gli attori della vicenda. La cessione della scuola è avvenuta il 27 settembre, con la Parrocchia dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista che la hanno venduta per 50mila euro, esclusi debiti e crediti, alla società EduCo srl. Nel mezzo c’è una gestione non proprio perfetta dell’ente che ha portato alla perdita di 170mila euro di finanziamento statale per i mancati contributi previdenziali versati ai dipendenti, oltre ad altri debiti non quantificati per centinaia di migliaia di euro. Con l’arrivo della EduCo e di un nuovo coordinatore, la storica direttrice Antonella Di Simone si è fatta da parte presentando le dimissioni. Un genitore ha ricevuto una comunicazione che annullava l’incontro previsto con i rappresentanti della scuola, della curia e della parrocchia e questa è stata la scintilla che ha spinto le 150 famiglie – che hanno iscritto lì i loro figli – a protestare. 

Genitori arrabbiati, insegnanti…

Ad alzare il livello dello scontro anche un passaggio della lettera dei genitori, che tira in ballo il Comune di Nettuno. «Sin dalle prime voci  – recita la missiva – ci è stato sempre fatto dire da tutto il personale che nulla sarebbe cambiato, che la scuola sarebbe rimasta cattolica e sotto la direzione della Parrocchia San Giovanni e della Diocesi di Albano e che sarebbe cambiata soltanto la gestione amministrativa al fine di sanare il grave deficit di bilancio causato dal: ‘mancato apporto del Comune di Nettuno, ripetutamente promesso e mai stabilito né realizzato con un minimo di costanza’». 

Inoltre sul piede di guerra sono anche gli insegnanti, a cui in sede di trattativa sarebbe stato garantito lo stesso trattamento contrattuale, a cui nei giorni successivi è stato proposto il contratto Aninsei della scuola laica, peggiorativo rispetto a quello Agidae delle scuole cattoliche. Di fatto, nello stipendio ci sarà una decurtazione del 25% comunque accettata dagli stessi insegnanti. Fatto che preoccupa i genitori, che sostengono come un minore stipendio determini minore serenità nello svolgere il proprio lavoro.

Don Francesco: Il Comune non ci ha ascoltati

Nel corso del confronto Comune-parroco-genitori, Don Francesco gestore della scuola fino a settembre ha letto una lettera del 31 luglio inviata al Sindaco, nella quale lamentava l’impossibilità di avere un dialogo con l’Amministrazione e che, nonostante le promesse di aiuto e della stipula della tanto attesa convenzione, non sono arrivate risposte e quindi annunciava l’imminente chiusura.

Alla domanda di un genitore sul perché la parrocchia non li avesse informati della situazione di sofferenza, il sacerdote ha risposto di aver atteso invano delle risposte dal Sindaco. Quale è stata la convenienza a vendere, se comunque i debiti pregressi erano rimasti in capo alla parrocchia? «Così si è evitato di continuare ad accumulare debiti e che, pian piano, coi soldi dell’affitto pagato dalla proprietà, si sarebbe saldato il pregresso», ha spiegato il sacerdote. Ma di quale affitto parla, visto che sul contratto di vendita non viene menzionato?. 

La costituzione della Educo srl

L’intenzione della parrocchia, col placet della Curia, di vendere la scuola era chiara. 5 giorni dopo la lettera di don Francesco, si costituisce la società Educo srl che il 27 settembre comprerà la scuola. Solo qualche giorno dopo, visti i tempi biblici delle Poste, il Comune riceverà la lettera della parrocchia in cui si annunciava l’intenzione di chiudere. Lettera, è bene dirlo, a cui comunque il Comune non ha risposto, pensando si trattasse della “ennesima sortita come ce n’erano state tante in passato”, per stessa ammissione del Sindaco.

La Curia di Albano: Comune indifferente

«La decisione di chiudere la scuola San Giovanni non è data dai vecchi debiti, ma dalla impossibilità di una pianificazione finanziaria che portasse la Parrocchia, gestore fino allo scorso settembre, per lo meno a perdere cifre ragionevoli», si legge in una nota della Curia di Albano. «Il Comune si era impegnato verbalmente da diversi anni alla sottoscrizione di una convenzione, ma non ha dato alcun seguito alle mille promesse. La convenzione con il Comune è sempre sembrata l’unica speranza per continuare». E ancora: «Per evitare la chiusura l’unica proposta valida è stata quella del sig. Fabrizio Coscione, che prevedeva la costituzione di una società per garantire gli insegnanti, la presenza della Parrocchia nelle gestione didattica, il mantenimento del corpo docente, lo sviluppo di attività extrascolastiche pomeridiane e la graduale riqualificazione strutturale dell’immobile».

Il nuovo proprietario: la scuola resterà cattolica

Fabrizio Coscione, amministratore della Educo srl, in un comunicato ricostruisce 20 anni di rapporti spirituali e lavorativi con la parrocchia, i mancati pagamenti e mancate convenzioni del Comune di Nettuno con la scuola, debiti accumulati dalla scuola stessa anche verso la sua impresa di pulizie, fino alla richiesta della Curia di farsi carico di risollevare la gestione della San Giovanni. «Considero l’acquisto della scuola un atto di generosità, visto che i 50.000 euro pagati per l’azienda scuola supera di molto il valore reale. Formalizzerò a breve un impegno, per la tranquillità dei genitori, che questa scuola resterà cattolica».

La risposta del Sindaco: vicenda giocata sottotraccia

«Il totale oscuramento di informazioni sulla reale situazione della scuola San Giovanni non ha permesso a nessuno, né genitori né Comune, di individuare alternative alla cessione al privato se non quando ormai tutto era già concluso e sottoscritto», tuona il Sindaco Alessio Chiavetta. 

«Genera sospetti la presunta generosità di Fabrizio Coscione, presidente e fondatore di Educo Srl e quindi nuovo proprietario della scuola, il quale dichiara pubblicamente il proprio amore per la scuola San Giovanni, ma nella pratica sottoscrive un contratto che lascia tutti i debiti della scuola sulle spalle della parrocchia e della Curia: nei fatti il signor Coscione non ha rinunciato ad un centesimo dei crediti che il Consorzio Ambra, altra società di sua proprietà, ancora vanta nei confronti della precedente gestione». 

La proposta al Papa: ricompriamo la scuola

Il Consiglio Comunale di Nettuno, in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità la delibera per la proposta di acquisto della Scuola San Giovanni da parte del Comune di Nettuno, alle stesse condizioni con cui la Curia aveva venduto il 27 settembre scorso alla EduCo srl: 50.000 euro e debiti a carico della Parrocchia di San Giovanni. I margini per recedere dal contratto c’erano. La proposta è stata inviata anche a Papa Francesco. E rivolgendosi al nuovo proprietario: «Perché non accettare di aprire un dialogo con chi potrebbe oggi garantire il futuro della scuola San Giovanni mettendola al sicuro da possibili speculazioni economiche?».

 
Hanno perso tutti
Non c’è un vincitore in questa storia. Sicuramente ci sono tanti sconfitti. I genitori prima di tutto, che non hanno potuto essere partecipi di un cambiamento che stava avvenendo nella scuola che hanno scelto per i loro figli. Una mamma l’ha detto chiaramente a Don Francesco durante l’assemblea pubblica: «Lei così ci fa perdere la fede. Non ha vinto la parrocchia, a cui sono rimasti accollati i debiti e che ha perso un punto di riferimento importante. Non ha vinto il Comune, che si è fatto passare sotto il naso l’intera operazione. Non ha vinto neanche il nuovo proprietario, che non vedrà guadagni per un bel po’ di anni. Verrebbe da chiedersi: a chi ha giovato tutto ciò?».
05/12/2013
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