I CANDIDATI Sono sei i candidati che hanno presentato la domanda al Comune, di cui cinque ammessi al colloquio orale: Massimo Giannantonio, Alessandro Buttarelli, Giuseppe Celli, Daniele De Sanctis e Michele Orlando. Non si tratta di un concorso, ma di una selezione in base a titoli e colloquio che porterà all’assunzione di un dirigente a tempo determinato per tre anni. Tra i requisiti richiesti ci sono l’aver già comandato la Polizia locale per almeno due anni, essere laureato in scienze politiche, giurisprudenza o economia, ed essere stato per almeno cinque anni dirigente in una pubblica amministrazione. «Ci siamo quasi, entro settembre avremo il nuovo comandante – spiega il sindaco Antonio Terra – per riorganizzare un settore strategico della nostra città». Attualmente il Corpo, che ha sede in viale Europa, è guidato dal comandante facente funzioni Sergio Gentile, mentre la dirigenza del settore della polizia locale spetta al segretario comunale. Cosa che ha creato non pochi mal di pancia tra i vigili urbani in possesso del titolo di laurea e che avrebbero potuto assumere la funzione dirigenziale.
IL CONCORSO ANNULLATO Il concorso che portò all’assunzione di Massimo Marini era stato annullato nel 2012 dalla magistratura per una serie di vizi formali. Nella sentenza del 214 il Consiglio di stato aveva obbligato il Comune a licenziare il comandante Marini, sentenza eseguita tre anni dopo su sollecitazione anche dal ministero dell’Economia e finanze. Tante le questioni spinose che il nuovo comandante dovrà affrontare: dalla cronica carenza di organico, compreso il personale distaccato in altri uffici comunali, in procura o presso altre amministrazioni, alla definizione degli orari di lavoro, l’organizzazione di servizi di controllo del territorio a garanzia e tutela dell’ambiente e dei cittadini, luoghi di lavoro non a norma. Lo scorso anno il Comune di Aprilia era stato condannato dal giudice del lavoro Sara Foderaro per comportamento antisindacale, per aver imposto a quattro agenti di prestare servizio in occasione della festa patronale nonostante fossero in sciopero.