“Partendo dal mio caso personale, ovvero lo smarrimento della password assegnatami per la casella di posta elettronica a me intestata dalla presidenza del consiglio comunale –spiega – ho scoperto che non era possibile modificare la password e che per giunta quella datami in prima battuta, nonché la successiva, sono a conoscenza degli uffici comunali e della ditta che gestisce il sito internet del Comune. Dopo aver consultato una esperta di trattamento dati personali e privacy, ho deciso di chiedere al garante di verificare la correttezza di questa metodologia. Si tratta di un passaggio pro forma, è chiaro, la violazione a mio avviso c’è: chi garantisce un consigliere comunale che nessuno entri nella sua casella di posta elettronica?
La legge stabilisce che ciascun intestatario di posta elettronica abbia, soprattutto se c’è il proprio nome, una password specifica. La gestione interna del servizio di posta elettronica istituzionale, attraverso il sito del Comune, dovrebbe essere garanzia di riservatezza e serietà perché è solo in questa maniera che si avrebbe la gestione di tutte le sorgenti del sito internet, e senza passare per terzi”. Lo dice la legge.