La stazione. Da lì prendono il treno – rigorosamente senza biglietto – e se ne vanno a Roma per cercare di “alzare” qualche spiccio. Ma non lavorando: chiedendo l’elemosina, spesso in maniera insistente, nella zona della Stazione Termini.
«Sono sempre gli stessi, giovanissimi e tutti colpiti da foglio di via – ammette il Capitano Andrea Cinus, Comandante interinale della Compagnia Roma Centro – con divieto di rimettere piede nella Capitale per tre anni. Se violano questa restrizione, scatta la denuncia penale, come è successo. Se il giudice riterrà di dover applicare altre restrizioni, si procederà di conseguenza». Ma le pene in questo caso non prevedono la reclusione. La legge, in tal senso, ha molte, troppe lacune. Nè i Carabinieri possono impedir loro di prendere il treno: vigilare spetterebbe alla Polizia Ferroviaria, che però non ha uomini e mezzi. La sera se ne ritornano ad Aprilia. È qui che sono domiciliati, ma non iscritti all’anagrafe e quindi non titolati a ricevere un alloggio popolare (che comunque non ci sarebbe) né sussidi.
Ma il problema rimane, specialmente nella zona industriale. «Abbiamo fatto diversi incontri con gli operatori di quella zona – spiega l’Assessore alle Attività Produttive Vittorio Marchitti – dove sono emerse queste problematiche, legate soprattutto alla sicurezza, con furti che purtroppo si susseguono, e all’igiene. Non solo: i tanti camion che transitano per la zona sono spesso costretti a fare delle gimcane per scansare i bambini con i tricicli o che scorrazzano nel bel mezzo della strada».
Per mangiare? O con i soldi delle elemosine, o con i proventi di piccoli furti (da Esselunga ne beccano diversi ogni settimana). Ci sono poi quelli che rovistano nei cassonetti, aprendo le buste e gettando tutto a terra. Purtroppo un fenomeno in ascesa e che si distingue da chi rovista per vera necessità, in maniera discreta e soprattutto ordinata. Una vera bomba sociale che prima o poi potrebbe esplodere. Non si vuole fare un discorso di ghettizzazione o discriminazione: ad Aprilia sono tanti ad essere stanchi di subire soprusi o angherie, o più semplicemente di veder sporcare, di sentirsi chiedere insistentemente l’elemosina, di dover temere che qualcuno possa entrargli in casa. Il problema, lo ripetiamo, non sono solo i rom, ma si aggiungono ad una situazione già di per sé delicata per la quale né il Comune né i cittadini hanno strumenti per difendersi.