Intanto le 60 persone rimaste senza un tetto sotto il quale dormire si sono posizionate in piazza del Popolo numero uno, nella speranza che qualcuno dei politici che ogni mattina entra nel palazzo comunale di fermasse, si mettesse una mano sul cuore e trovasse una soluzione. Tra gli sfollati bambini, una donna che pochi giorni prima aveva subìto un’operazione ed era ancora sotto anestesia, un’altra che aveva tentato il suicidio. Persone normali che – raccontano – sono state investite da un giorno all’altro dalla “crisi”. Chi è caduto nel baratro dopo la separazione, chi quando ha perso il lavoro, tutti buttati fuori casa perché senza più la possibilità di pagare l’affitto. Sotto il Comune per giorni culle, materassi gonfiabili, cibo gentilmente offerto da bar e forni di Latina.
LA SOLUZIONE
Poi, finalmente, è stata avanzata una proposta. Il presidente della Provincia Salvatore De Monaco è sceso in strada, ha dialogato con i rappresentanti dell’associazione Valore Donna che si sono battuti per dare risposte agli sfollati ed ha assicurato: avrebbe parlato con il Sindaco, si sarebbe svolta una riunione e la soluzione sarebbe arrivata. E così è stato: con 25 mila euro verranno acquistati 12 container che verranno installati in via Bassianese. «I Servizi Sociali del Comune di Latina – si legge nella nota ufficiale inviata il 18 luglio -, dopo aver ricevuto e valutato le singole esigenze e posizioni delle famiglie sgomberate dallo stabile di via Respighi, hanno elaborato una serie di proposte per affrontare l’emergenza abitativa delle varie famiglie. In particolare, grazie alla collaborazione con l’amministrazione provinciale che ha messo a disposizione dei fondi, il Comune di Latina si rende disponibile all’acquisto di 12 moduli abitativi prefabbricati (ognuno dei quali predisposto per ospitare 4 persone) da sistemare in un’apposita area idonea con allacci ad acqua potabile ed energia elettrica». La paura che non si tratti solo di una soluzione temporanea e che il loro destino somigli a quello dei terremotati dei luoghi colpiti da catastrofi naturali, è stata grande. Ma non avendo altre possibilità le sessanta persone hanno accettato. Nell’attesa che si proceda all’acquisto, gli ex occupanti hanno ripreso le valigie, dentro alle quali è contenuta tutta la loro vita, e sono stati trasferiti in albergo. Sperando che fino alla ignota data di trasferimento davvero il Comune si accolli le spese dell’albergo e la vicenda si chiuda qui.