«La gente vuole partecipare e vuole che si percorra la strada indicata, cioé che D’Alessio riporti impianti e gestione nelle mani del Comune, cosa per cui ha preso parecchi consensi. Vinte le elezioni, la gente deve continuare ad essere considerata. C’è una gran voglia di risveglio civico, un senso di ribellione che, se condiviso, diventa azione pacifica concreta delle persone. Ma qui l’Amministrazione D’Alessio non riesce ad interpretare questo senso di riscatto che non si è concluso con le elezioni, con la delega. Così si rischia che la gente si senta definitivamente tradita». Così Alberto De Monaco, del Comitato Acqua Pubblica, descrive l’attuale situazione in cui il Comune non chiude il cerchio su Acqualatina ad Aprilia.
TUTTO PRONTO PER CHIUDERE, MA SI ASPETTA… COSA?
Leggi, sentenze e delibere comunali per dare il benservito ad Acqualatina ci sono. Da anni i cittadini di Aprilia hanno smontato pezzo a pezzo il giocattolo di questa assurda privatizzazione idrica, dimostrando di avere ragione, davanti a leggi e giudici. L’hanno individuata da tempo la via per uscire da questa babilonia esen-legge, a suon di rincari, debiti e prepotenze, cavilli e trucchi spudorati. «Bisogna agire velocemente e bene – avverte De Monaco, ormai un “luminare” in materia, utilissimo a giornalisti e ad amministratori disposti ad ascoltare, nel Lazio e in Italia – cioè conoscendo profondamente come funziona tutto il sistema ed evitando ogni minimo ed inutile rallentamento. Altrimenti ci ritroviamo ancora, in piena estate, a combattere coi distacchi forzosi: Acqualatina vuole vincere tenendo i cittadini con l’acqua alla gola». Ma l’Amministrazione s’imbarca in vie inspiegabilmente impervie e più lunghe.
COMUNE: COME PERDERE TEMPO INUTILMENTE
Lo scorso 21 aprile il Consiglio Comunale ha deliberato che entro 60 giorni Acqualatina e Ato4 (l’autorità dell’ambito idrico) devono riportare a quello previsto dalla legge il contratto di gestione, gravemente taroccato a tutto svantaggio di Comuni e cittadini, come riconosciuto anche da un’indagine della Regione. Basti pensare che hanno bloccato gli “sconti” in bolletta previsti in caso di disservizi e carenze, oltre 23 milioni di euro congelati, che Acqualatina dovrebbe dare come penale agli utenti. Ma se la sono presa comoda, in Comune: non avendo dichiarato la delibera immediatamente esecutiva, hanno perso altri 15 giorni per l’affissione all’albo pretorio (la bacheca ufficiale del Comune); e hanno notificato la delibera ad Acqualatina il 9 giugno… A farla breve, quei 60 giorni per mettere fuori gioco Acqualatina, potevano scadere il 22 giugno, invece del 9 agosto. Fermo restando che il Consiglio Comunale già a febbraio 2006 ha respinto espressamente il contratto di gestione con Acqualatina.
IL FAR WEST VA ANCHE CONTRO IL SINDACO
E la città aspetta, sottomessa ai disservizi e ai raid delle pattuglie idrauliche scortate da guardia armata per staccare l’acqua o ridurre il flusso in spregio di norme e sentenze, contro utenti che pagano al Comune, non morosi. E non è stata un’idea brillante quella del Sindaco D’Alessio di andare alla Conferenza dei Sindaci il 21 luglio: è finito sulla graticola, accerchiato dal branco dei Sindaci addomesticati, di Comuni che nemmeno hanno mai deliberato sul contratto con Acqualatina. Tali personaggi hanno schernito e bocciato l’intimazione del Comune di Aprilia, che comunque dei passi decenti li ha fatti.
PERCHé IGNORARE I CITTADINI?
Ma l’Amministrazione sembra mal sopportare la risolutezza e l’apporto del Comitato Acqua Pubblica. Di fatto i suggerimenti dei cittadini – finora dimostratisi giusti – sembrano essere vissuti quasi come lesa maestà, una fastidiosa ingerenza nelle cose di chi, a palazzo, la sa più lunga. «Il Sindaco e la sua maggioranza non hanno risposto al nostro invito per un confronto pubblico (vedi pag. 19, ndr) – dice De Monaco –: i Consiglieri Comunali, soprattutto, dove stanno? Innanzitutto loro, che dovrebbero recepire le istanze della cittadinanza e capire cosa accade, non brillano affatto, non stanno svolgendo il loro ruolo di indirizzo e di ponte tra volontà popolare e governo della città. Non stanno dando seguito al fermento civico, non coinvolgono i cittadini nelle decisioni. Questo è un errore madornale. Abbiamo preso coscienza che, nello squallore e sfascio politico generalizzato, si ricrea il senso della comunità e si riducono divisioni e schieramenti».
STACCARE L’ACQUA FA CRESCERE LA RESISTENZA
Ma gli staccatori d’acqua con guardia armata continuano a piombare sui contatori apriliani di chi paga al Comune. «Non si può più andare avanti con questo far west – dice De Monaco -, noi abbiamo sempre cercato di evitare attriti, agendo nella legalità, seguendo una via seria, civile, trasparente, chi contesta Acqualatina non si è mai nascosto. L’uso della forza esercitata in modo subdolo – sottolinea De Monaco – staccando o riducendo il flusso, non fa onore alla società stessa e i cittadini attivi avvertono maggiormente la necessità di non cedere a tanta arroganza».