Questo in soldoni il concetto confermato dalla Magistratura pontina: il Giudice di Pace di Latina infatti ha deciso che Acqualatina non può utilizzare la procedura esattoriale senza rivolgersi prima al giudice. Procedura che sta adottando attraverso la società Equitalia Gerit, per riscuotere le bollette dell’acqua.
LE CARTELLE GERIT NON VALGONO, CONDANNATI
Il Giudice Filippo D’Urso, chiamato a decidere su vari ricorsi presentati da cittadini di Aprilia a fine 2008 (che pagano l’acqua al Comune), ha così ribadito quanto già deciso dal collega dottor Eugenio Fedele lo scorso febbraio a Terracina: Acqualatina non può inviare cartelle esattoriali come sta facendo poiché non ha la ncecessaria autorizzazione ministeriale né il titolo esecutivo, il documento che rende subito esigibile un credito.
I PRIVATI NON POSSONO TRAVESTIRSI DA STATO
Quanto stabilito da questi Giudici pontini è importante e può realmente aprire una rivoluzione nel rapporto tra cittadini e gestori idrici, ormai sempre più controllati da soggetti privati, spesso stranieri. Rapporto solitamente sbilanciato a sfavore dell’utente, con le società che impongono il loro stile operativo che finora in Italia non sta brillando per trasparenza, rispetto, economicità ed efficienza. La procedura esattoriale è infatti un modo di operare riconosciuto agli enti pubblici, ai quali viene riconosciuta una forza superiore a quella alle società private e dei privati cittadini. Questo perché lo Stato e le pubbliche amministrazioni hanno come scopo il bene collettivo e la tutela del superiore interesse comune. Non si può indossare l’abito del privato per fare business e poi pretendere di mettere i panni dello Stato per usare la forza “esattoriale” pubblica.
ACQUALATINA DEVE AGIRE COME TUTTI
SONO LORO A DOVER ANDARE PRIMA DAL GIUDICE
Dunque Acqualatina deve prima ottenere decreto ingiuntivo per poter arrivare all’invio delle cartelle esattoriali. Non può cioè “aggredire” il patrimonio del debitore senza preventiva decisione del magistrato. Così come non possono staccare l’acqua senza mandato del giudice. Del resto, le aziende dei telefoni, del gas o quelle elettriche non mandano cartelle esattoriali né si presentano con guardie armate se uno non paga.
SITUAZIONE DIFFUSA: PAROLA ALLA PROCURA
Il Giudice di Pace di Terracina, dando ragione al cittadino-cliente di Acqualatina, ha pure ipotizzato il reato di abuso d’ufficio, dicendo che Acqualatina ha agito con malafede e colpa grave per poi denunciarla. La palla passa alla Procura della Repubblica, che si trova di fronte ad un abuso che potrebbe riguardare tanti utenti, con migliaia di cartelle esattoriali già emesse.