Si è spenta all’età di 88 anni Amabile Altobello, la prima ad essere iscritta nel registro dell’anagrafe di Littoria. Non era veramente la prima nata della città, in realtà era la terza, ma venne iscritta per prima nel libro delle nascite poiché il suo nome e cognome cominciavano per la A. Ma non è tutto. C’è un’altra storia per cui la donna, di Borgo Carso, è ricordata da tutti ed è legata all’abito che indossò il giorno del matrimonio: quello di Audrey Hepburn.
L’attrice aveva infatti commissionato l’abito nuziale, degno di una principessa, alle sorelle Fontana. Quando però il suo matrimonio saltò a Hepburn ci tenne ad esprimere un desiderio: che l’abito fosse regalato ad una ragazza bisognosa. Le sorelle Fontana lo custodirono gelosamente per diversi anni a Roma. Fino al 1960. In quell’anno, durante una trasmissione della Rai condotta da Mario Riva in cui le città erano in sfida, Latina vinse e l’allora vicesindaco D’Erme chiese come premio una ‘serenata per la prima nata della città.
«Mia madre all’epoca aveva 27 anni e Riva quasi subito le chiese come mai una ragazza di quella età non fosse ancora sposata (fatto rarissimo per il tempo) – racconta la figlia di Amabile Altobelli, in un’intervista rilasciata al Caffè nel 2017 -. Lei rispose che la sua famiglia era molto povera e che aveva sette fratelli. Il fidanzato lo aveva ma non aveva i mezzi per potersi permettere un abito da sposa, la cerimonia e di arredare casa. Da qui, l’idea di Riva di organizzare per lei un matrimonio degno di una principessa. Le sorelle Fontana si ricordarono di quel vestito rimasto chiuso per tanti anni in un cassetto – racconta ancora la figlia Marisa Soldà – e decisero di riadattarlo e donarlo a mia madre. Ma nessuno sapeva che quello era l’abito delle nozze mancate di Audrey Hepburn».
È stato nel 2002 che si venne a sapere da una trasmissione televisiva e da alcuni giornali che gli eredi della famiglia Fontana avevano cominciato a cercare quel vestito da sposa perduto e che nessuno sapeva dove fosse finito. «Venne pure inoltrata una richiesta al sindaco di allora Vincenzo Zaccheo – continua la figlia – per aiutare a rintracciare la prima nata di Littoria e chiedere la restituzione del vestito (come già avevano fatto gli eredi di attrici e principesse che avevano vestito abiti “Fontana” negli anni) ma quando è venuto a saperlo, mia mamma non ha voluto ridare il vestito».
Del resto, principesse e dive avevano vestite nel tempo dalle sorelle Fontana avevano avuto tante cose belle dalla vita, mentre per la signora Amabile quell’unico giorno da principessa non sembrava avere prezzo. In seguito però la signora Altobello ha deciso di vendere l’abito alla casa d’asta “Sotheby’s” di Londra che prima lo ha esposto in alcune gallerie parigine per poi metterlo in vendita nel 2009. La famiglia Soldà ricevette in cambio dell’abito 12mila euro. «Ripensandoci oggi – ha raccontato nell’intervista del 2017 la figlia Marisa – è stato un peccato perché quell’abito non aveva prezzo. Ma le cose sono andate così».