Gli inquirenti contabili hanno appurato che alcuni sanitari, pur avendo un rapporto di esclusività con l’Asl e percependo quindi la relativa indennità, lavoravano anche in altre strutture, utilizzando la partita Iva. Per la Procura nessun dubbio: l’Azienda sanitaria Roma H ha pagato somme per rapporti di esclusività che non erano dovuti e ha subìto un danno. Inviati gli inviti a dedurre – sorta di avvisi di garanzia – a 61 medici, alcuni di questi hanno spontaneamente restituito all’Asl il denaro loro contestato, mentre altri hanno fornito spiegazioni utili a dimostrare che non avevano commesso illeciti.
Alla fine a giudizio sono stati mandati soltanto quattro dirigenti medici, contestando loro di aver ottenuto indennità di esclusività, di dirigenza e retribuzioni di risultato non dovute, visto che avevano lavorato anche per altre strutture. Al dott. Edoardo Ginnetti la Procura ha chiesto di restituire 23.439 euro, al dott. Massimo Malpieri 107.776 euro, alla dottoressa Egizia Grillo 5.821 euro e al dott. Giancarlo Vaccarella 114.134 euro. Per un problema procedurale Grillo e Vaccarella sono stati però prosciolti, essendo state dichiarate inammissibili le loro citazioni. La Corte dei Conti del Lazio ha così condannato soltanto il romano Ginnetti a restituire all’Asl Roma H un totale di 22.163 euro e il dott. Malpieri, di Nettuno, a risarcire 107.776 euro.