Strade, nuovo passo verso la Roma-Latina… ma ci sono solo 468 milioni di euro
Dopo ricorsi, controricorsi e pasticci burocratici in salsa politica, l’ormai fantasmagorico Corridoio Tirrenico è arrivato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Sul giornale ufficiale che riporta le decisioni dello Stato, il 3 gennaio è stata infatti pubblicata la controversa delibera con cui il Comitato per la programmazione economica e finanziaria conferma l’opera viaria, il progetto definitivo e i relativi (parziali) fondi. Non è dunque più un proclama da comizio elettorale. La mastodontica opera ancora mai partita nel Lazio prevede tre diversi tratti autostradali a pagamento, tra loro interconnessi: l’asse Roma – Latina, più o meno affiancato al vecchio tracciato dell’attuale 148 Pontina, il completamento del troncone dell’A12 Roma – Fiumicino che dovrà innestarsi sulla Roma – Latina e l’altrettanto mitica Bretellea Cisterna – Valmontone, per collegare l’area pontina partendo all’altezza di Campoverde con l’A2, l’autostrada Roma – Napoli. Quest’ultima infrastrutura da molti, in ambito economico e non solo, è considerata un’opera indispensabile quale “collegamento trasversale mancante” nel Lazio e tra centro e sud del Paese. La Roma – Latina partirà da Tor de’ Cenci, quasi alle porte della Capitale, per terminare a Borgo Piave, l’accesso nord del capoluogo pontino. Avrà tre corsie di marcia più una d’emergenza in entrambe le direzioni e sarà suddivisa in tre tronchi: Tor de’ Cenci Aprilia Nord, Aprilia Nord – Aprilia Sud con una deviazione da Casalazzara verso Campo di Carne per rientrare all’latezza della Gasauto, ed infine da Aprilia Sud fino a Latina Nord. In quest’ultimo tratto sono previste anche due complanari in entrambi i sensi di marcia, cioè due vie parallalele ad unica corsia senza pedaggio. I tempi dovevano essere ben altri: per la Roma – Latina l’inizio dei lavori previsto ufficalmente dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti era a novembre 2013, a seguire nel luglio dell’anno scorso doveva partire il cantiere per realizzare i 12 km (a due anziché tre corsie) tra lo svincolo della Roma – Fiumicino e Tor de’ Cenci e quindi, a settembre prossimo, sulla carta il Ministero parla dell’inizio lavori per la Cisterna – Valmontone. Un intervento dal costo complessivo previsto di 2 miliardi e 728 milioni di euro. Di questi lo Stato può mettercene solo il 40%, il resto dovrà investircelo il soggetto privato che realizzerà e poi gestirà l’opera, secondo il classico e roseo schema del project financing. Roseo ma finora inefficace e dannoso sistema che si è rivelato un boomerang per le casse pubbliche ed i cittadini, le più che altro a gonifare i costi salvo poi scaricare sugli enti i debiti di progetti non di rado inutili, o mal pensati. E parecchie rogne giudiziarie e contenziosi. Come del resto già accaduto fin qui per la Roma – Latina. Tanto da mettere in allerta l’Autorità di vigilanza sui contratti e i lavori pubblici, che nella sua relazione annuale del 2012 ha riscontrato i vizi alla base di importanti project financing in corso nel nostro Paese. Il limite più grosso è – secondo l’Authorithy, ma pure secondo i fatti storici – la quasi impossibilità per gli enti pubblici di far assumere ai privati il rischio d’impresa, che poi sarebbe il sale della vera capacità imprenditoriale anziché accollarlo sempre alla collettività. Al livello finanziario di sicuro, comunque, sono disponibili solo quei 468 milioni di euro approvati dal Cipe e confermati a gennaio sulla Gazzetta Ufficiale per la Roma – Latina. Dove prenderà lo Stato gli altri 300 milioni per la Cisterna – Valmontone? E gli altri 199 milioni approvati per il tratto tra A12 fino a Tor de’ Cenci? «Certo, c’è stato il ribasso del 15%, portando il costo complessivo previsto a “soli” 2 miliardi e 460 milioni» dicono i No Corridoio. Ma il problema rimane. Intanto ci siamo imbattuti in un mezzo giallo: il quotidiano Il Messaggero ha annunciato ben 1.850 milioni per la “Nuova Pontina”, riferendo dei piani del governo attraverso la legge di stabilità. Abbiamo chiesto agli uffici di Autostrade del Lazio, la spa di proprietà di Anas e Regione Lazio, che dovrà curare appalto e realizzazione del Corridoio, all’Anas e pure al Ministero delle Infrastrutture, oltre che agli assessorati regionali alle infrastrutture e alla mobilità: nessuna risposta o risposte elusive (a parte il presidente di autostrade del Lazio sentito fuori dalle trafile di palazzo ed uffici stampa). Le infrastrutture della Regione fanno sapere che confermano l’interesse ed il favore verso l’opera, «ma non abbiamo nessuna novità». Perché questi silenzi su un mega-appalto che interessa così tanta gente? Forse proprio perché è un appaltone.
NOI RICORRIAMO AL TAR E ALLA CORTE EUROPEA «Faremo ricorso al Tar e andremo alla Corte di Giustizia europea contro la delibera Cipe pubblicata in Gazzetta Ufficiale e stiamo pure verificando la fattibilità di una denuncia penale». Contrarissimi ancora una volta associazioni e cittadini No Corridoio, che si sono subito mobiltati per contrastare la Roma – Latina e le altre opere connesse, all’indomani della pubblicazione in Gazzetta che conferma definitivamente il progetto. «Non siamo solo quelli del “no”, ma diciamo “sì” ad altri progetti più sostenibili ed utili. Vogliamo la cura del ferro: più ferrovie e più treni – spiega Gualtiero Alunni portavoce dei No Corridoio -, la situazione era già drammatica, ora si viaggia su carri bestiame! Perciò chiediamo anche di riqualificare vagoni e stazioni, di ripristinare le 20 corse dei treni che hanno cancellato con l’avvio dell’alta velocità Roma – Napoli, di fare il secondo binario sulla Roma – Nettuno e la metro leggera tra Roma, Pomezia ed Ardea per alleggerire la Pontina sulla quale, solo l’anno scorso, sono morte 11 persone, e 581 dal 1992 al 2013». e poi c’è l’impatto ambientale: «Uno studio di Autostrade del Lazio che gli attuali 2.500 veicoli sulla Pontina nelle ore di punta diventeranno 4.400 sulla Roma – Latina: più inquinamento – afferma Alunni -. Manca poi il parere della Riserva naturale statale del litorale romano. Per non parlare del tratto A12 – Tor de’ Cenci: fanno finta che lì sia ancora tutta campagna, ma a Torrino Mezzo Camino, quartiere iniziato nel 2006, ora ci sono 20 mila abitanti ed era previsto nel Prg romano dagli anni ’60! Né crediamo che il Corridoio porterà lavoro sul territorio, basta guardare le esperienze precedenti: al massimo si dà lavoro a 200 persone più qualche altro centinaio nell’indotto. Anzi toglierà lavoro danneggiando almeno 56 aziende con centinania di lavoratori espropriate».
MANCA SOLO L’ATTO DELLA REGIONE L’unico pezzo grosso a parlare è Luigi Celori, l’ex consigliere comunale di Pomezia e poi regionale ora presidente di Autostrade del Lazio spa. «L’opera ha finito l’iter progettuale e amminsitrativo, è stata approvata dal Premier Letta – ci dice soddisfatto -, e c’è la vidimazione della Corte dei Conti». Ora, però, manca un dettaglio imposto proprio dai giudici contabili: «C’è solo una prescrizione di una manleva che dovrebbe fornirci la Regione nei confornti del Cipe rispetto ai contenziosi pregressi risolti con sentenze arrivate fino al Consiglio di Stato». Si tratta in soldoni di una sorta di liberatoria con cui la Regione «dovrebbe dichiarare che solleva il Cipe da ogni evetuale richiesta danni o pretese delle ditte che avevano fatto ricorso, ma si tratta di contenziosi ormai chiusi – precisa il presidente Celori -, resta solo in piedi l’appello della Regione che contesta il risarcimento riconosciuto al consorzio 2050 e Autostrade per l’Italia mediante l’arbitrato». A novembre dovevano partire i cantieri per il tratto Tor de’ Cenci – Latina Nord). Quali sono attualmente i tempi ragionevolmente ipotizzabili oggi? «Aspettiamo la manleva della Regione e non possiamo prevedere quando provvederà, dopodiché possiamo scrivere alla 6 ditte di livello internazionale tra le più grosse del settore che hanno risposto al nostro bando di prequalifica».
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