Il cosidetto “Decreto Irpef” (quello degli 80 euro, per intenderci), sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e quindi diventerà operativo nei prossimi giorni. Tra annunci e smentite l’impianto generale della legge sembra comunque ormai definito: bonus per i lavoratori dipendenti e riduzione dell’Irap per le aziende.
A CHI SPETTA IL BONUS
Il bonus è stato pensato per ridurre il peso delle tasse ai lavoratori dipendenti ed assimilati, (ad esempio i CoCoCo) e dovrebbe riguardare circa 10 milioni di italiani. La cifra del bonus è legata esclusivamente al reddito lordo annuo del lavoratore, quello che risulta sul CUD. Chi ha già detrazioni come assegni familiari o spese mediche o altro non dovrà preoccuparsi, perché il calcolo del bonus non ne terrà conto. I lavoratori con un reddito fino a 8.000 euro lordi non avranno accesso al bonus, poiché sono già intermante esentati dal pagamento dell’Irpef. Il bonus interesserà i redditi fino a 26.000 euro lordi annui e potrà toccare un tetto massimo di 640 euro (80 euro al mese per 8 mesi).
COME VIENE ‘PAGATO’
Il bonus è relativo al periodo che va dal 1° maggio al 31/12/2014, quindi verrà suddiviso in 8 rate che verranno inserite direttamente in busta paga per gli 8 stipendi da maggio in poi. Il datore di lavoro, quindi, anticipa i soldi al dipendente e poi li recupererà come credito d’imposta.
GLI ESCLUSI
Si è parlato tanto degli incapienti, cioè coloro che non avranno diritto al bonus perché non superano gli 8.000 euro lordi. Il Governo ha dichiarato che sta lavorando ad un provvedimento che riguarderebbe proprio i lavoratori della ‘no tax area’ e le ‘partite Iva’. Nessuna indiscrezione, al momento, sui tempi, né sulle eventuali coperture per coprire questa nuova spesa.
DOVE IL GOVERNO TROVA I SOLDI PER FINANZIARSI
Anche qui bisognerà aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per avere la certezza assoluta di quali siano le voci che compongono i tagli e le maggiori entrate che dovranno coprire i costi del cosiddetto Decreto Irpef. Sembra certo che non verrà toccata né la voce Sanità, né la voce Scuola. Da un primo elenco reso noto proprio dal Presidente Renzi in conferenza stampa, le risorse dovrebbero arrivare dalla tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia (1,8 miliardi), da tagli e razionalizzazione di acquisti di beni e servizi (2,1 miliardi), dalla ‘sobrietà’ nelle spese (900 milioni), da tagli di credito d’imposta alle imprese (1 miliardo), dal maggior gettito di Iva dovuto al pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione (600 milioni), dalla riduzione delle municipalizzate (100 milioni), dalla lotta all’evasione (300 milioni). Bisogna inoltre considerare che il DPEF di quest’anno prevedeva un rapporto Deficit/Pil del 2,5%, ma Renzi ha annunciato di volerlo portare fino al limite consentito dalla Comunità Europea del 3%, proprio per avere maggiore liquidità per finanziare misure come il bonus Irpef.
E I PROSSIMI ANNI?
Il bonus Irpef, ha dichiarato il Governo, è una ‘misura strutturale’: significa che non è previsto solo per quest’anno, ma dovrebbe restare in vigore anche per i prossimi anni. Per il 2015, secondo i calcoli presentati, occorreranno coperture ulteriori per 10 miliardi di euro e queste dovrebbero arrivare dalla spending review: taglio di acquisti di beni e servizi (5 miliardi), lotta all’evasione (3 miliardi), ‘sobrietà’ (2 miliardi) ovvero un concetto dietro il quale si celano una serie di misure di comportamento della Pubblica amministrazione
LE ALTRE MISURE
Il Governo ha deciso un tetto per gli stipendi dei dirigenti e dei manager della Pubblica amministrazione fissato a 240.000 euro, ribattezzando questa norma come “Norma Adriano Olivetti”, l’imprenditore che riteneva etico pagare i dirigenti al massimo 10 volte rispetto il salario della sua azienda.
Tolto l’obbligo di pubblicare annunci sui quotidiani per le aste pubbliche e le gare d’appalto pubbliche, un risparmio di circa 100 milioni per la Pubblica Amministrazione
Dalla RAI dovranno arrivare 150 milioni di euro, attraverso la vendita di RaiWay e la riorganizzazione delle sedi regionali.
Abolite le tariffe postali agevolate per partiti e candidati.
Ulteriori tagli previsti per la spesa militare: i risparmi per questa voce raggiungono i 400 milioni di euro.
LIBRO DEI SOGNI O REALTà?
In tutto l’articolo abbiamo usato il condizionale non per mancanza di fiducia o per “gufare contro” come dice lo stesso Matteo Renzi, ma semplicemente perché per esperienza sappiamo che finché non è tutto scritto e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale potrebbero sopraggiungere aggiustamenti minimi o magari grosse sorprese fino anche a stravolgere tutto quello di cui si è discusso finora. E anche dopo la pubblicazione, bisogna ricordare che le previsioni non sempre si avverano: potrebbero esserci problemi con le coperture ipotizzate, oppure magari la ripresa sarà più forte di quello preventivato e i conti potrebbero essere meno critici di quanto oggi sembrano. Il condizionale è d’obbligo. Gli italiani dal canto loro sono pronti a fare la propria parte: secondo un recente sondaggio il 90% dei soldi del bonus verrebbe immediatamente speso. Dopo anni di crisi, una ‘botta di vita’ da 80 euro al mese è il minimo che ci meritiamo.
CALCOLIAMO IL BONUS
Dovete conoscere il vostro reddito lordo da lavoro dipendente (potete guardarlo sul CUD che avete da poco ritirato) e fare qualche calcolo
Reddito lordo annuo Bonus
tra 8.000 e 16.000 € 4% (sul reddito lordo)
tra 16.000 e 24.000 € 640 €
tra 24.000 e 26.000 € da 640 € a decrescere(*)
(*)COME CALCOLARE IL BONUS OLTRE I 24.000 EURO LORDI
In questo caso calcolate il rapporto tra la parte eccedente del vostro reddito lordo sopra i 24.000 euro e 2.000 euro. Moltiplicate il risultato per 640 e poi sottraetelo a 640: avrete l’importo del bonus. Ad esempio se guadagnate 25.800 euro lordi dovete calcolare: 25.800-24.000= 1.800; poi 1.800/2.000=0,9; quindi 0,9×640= 576 euro: il bonus è pari a 640-576= 64 euro. Se guadagnate 25.800 euro lordi vi spetta un bonus annuo di 64 euro.
28/04/2014