Con una sentenza destinata a fare storia, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da una società pometina, concessionaria dello stabilimento balneare ex “Bagni Belvedere”, attivo da decenni nella frazione del Comune di Pomezia.
Il Tar: il Comune di Pomezia deve rispondere
La società ha avviato un’azione legale nei confronti dell’Amministrazione comunale per il mancato riscontro a due richieste cruciali che gli aveva rivolto.
La prima riguarda la richiesta di sostanziale riduzione del canone di concessione. La seconda la proroga della stessa concessione.
Il Tribunale ha stabilito che il Comune dovrà pronunciarsi, su entrambe le questioni, entro un termine di 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza stessa, vale a dire entro il prossimo 26 ottobre. E non potrà continuare a non rispondere, come ha fatto fin’ora.
Le richieste dello stabilimento di Torvaianica
La vicenda ha avuto inizio nell’aprile del 2023, quando la stessa società ha presentato al Comune di Pomezia una istanza formale per chiedere sia la rideterminazione del canone che la proroga della concessione demaniale.
La prima richiesta si basa sull’articolo 3 della legge 494 del 1993, che prevede la possibilità di ridurre la misura del canone in presenza di eventi di eccezionale gravità che comportino una ridotta utilizzazione del bene oggetto della concessione.
Tale richiesta segui, difatti, la straordinaria mareggiata che causò non pochi danni all’area di cui si parla. Basti pensare ai danni generati sul limitrofo belvedere, ancora in corso di risoluzione.
Oltre a ciò, la società aveva chiesto anche una contestuale proroga della concessione, scaduta il 17 marzo 2023.
Basando la richiesta sulla intenzione di presentare un progetto di intervento sulla spiaggia che avrebbe migliorato l’area dello stabilimento e quindi i vantaggi per i cittadini.
Il silenzio del Comune di Pomezia
Il Comune di Pomezia non ha risposto, lasciando la società senza alcun provvedimento formale di risposta.
Di fronte al silenzio dell’Amministrazione, la società ha deciso di rivolgersi al TAR, presentando ricorso nel giugno 2024.
Nel ricorso, la società ha chiesto che il tribunale obbligasse il Comune a rispondere formalmente alle sue istanze. Tale richiesta è stata sostanzialmente accolta.
Risposta ‘obbligatoria’ entro il prossimo 26 ottobre
Nella sua sentenza, il Tribunale ha stabilito che, poiché la questione coinvolge l’azione discrezionale della pubblica amministrazione, la giurisdizione è del giudice amministrativo.
Questo perché, sebbene la rideterminazione del canone possa sembrare una questione patrimoniale, è legata a una valutazione discrezionale dell’amministrazione in merito agli eventi eccezionali che hanno compromesso l’uso del bene demaniale.
Lo stesso discorso vale per la proroga della concessione, che dipende da un potere valutativo della pubblica amministrazione.
Il Tribunale ha dunque ordinato al Comune di Pomezia di pronunciarsi espressamente sia sulla richiesta di riduzione del canone che su quella di proroga della concessione entro trenta giorni.
La sentenza ha inoltre condannato l’Amministrazione comunale al pagamento delle spese processuali, stabilite in 1.500 euro a favore della società ricorrente.
Un precedente di importanza nazionale
Questa decisione potrebbe rappresentare un precedente importante per le numerose concessioni balneari presenti lungo le tutte le coste italiane.
In particolare per quanto riguarda la gestione delle concessioni demaniali marittime e le richieste di rideterminazione dei canoni.
Siamo infatti in una fase di caos normativo dove la Comunità Europea impone i bandi per le concessioni demaniali, il Parlamento italiano non legifera sulla materia e i singoli Comuni sono lasciati soli a contrastare le richieste legali di migliaia di stabilimenti balneari la cui attività è lasciata nel ‘limbo normativo’.
Proprio per tali incertezze i Comuni quasi sempre hanno adottato la tattica di non rispondere alle richieste relative alle concessioni demaniali. Ma ora, dopo la sentenza di Torvaianica, dovranno farlo.
Almeno in caso di eventi eccezionali, come le mareggiate, sempre più frequenti e violente.
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