La comunicazione firmata dalla dottoressa Elena Calandra evidenzia i possibili rischi di crolli del costone di macco. Per questo la soprintendenza ha sollecitato il comune di Anzio a recintare la zona, di cui è proprietario, a scopo cautelativo. Il crollo non avrebbe interessato soltanto il macco, ma anche la parte superiore della falesia, dove vi è del terreno instabile.
Il Comune di Anzio sta lavorando per predisporre interventi d’urgenza almeno per tamponare la situazione, allo scopo di salvaguardare i resti antichi e limitare i rischi per la pubblica incolumità. Inoltre la soprintendenza ha specificato che la fruibilità dell’arenile e il tipo di utilizzo che se ne fa sono unicamente di competenza comunale. Il comitato per la tutela si chiede come mai il Comune non abbia prodotto un provvedimento riguardo la messa in sicurezza e un progetto su come eseguire i lavori di contenimento della falesia senza arrecare danni ai beni archeologici. E inoltre se la Soprintendenza sia a conoscenza del fatto che i beni archeologici corrono gravi rischi a causa del dissesto idrogeologico.