Gli amministratori di Rocca Massima hanno tratteggiato la situazione di carenza di servizi e di sanitari. Mancano i medici, a causa del pensionamento di un medico e della prematura scomparsa di Mauro Carturan, che continuava ad operare come medico di base tra Giulianello e Rocca Massima.
Oggi Rocca Massima può contare su un solo medico di medicina generale che visita però solo presso lo studio nella località Boschetto di Rocca Massima, inoltre si stima che decine di cittadini di Rocca Massima si ritrovino senza medico di medicina generale. La situazione dei servizi sanitari è ancora più compromessa. Il servizio prelievi per le analisi è stato sospeso causa Covid. Il servizio permetteva ai cittadini di Rocca Massima di effettuare il prelievo presso il proprio Comune, ora devono recarsi presso il poliambulatorio di Cori, con aggravio non trascurabile per gli anziani.
«Questi cittadini – spiega il TDM tramite il coordinatore Claudio Frollano – necessitano di servizi di assistenza e presa in carico presso il proprio territorio, per evitare gravosi “spostamenti” verso altri Comuni per visite specialistiche, esami diagnostici ecc. Anche la presenza periodica (due, tre volte a settimana) di un servizio infermieristico sarebbe molto utile, si pensi ai cittadini che necessitano di terapie intramuscolari o endovena. In pratica si tratta dell’infermiere di famiglia o infermiere di comunità».
I servizi sanitari sono presenti nel poliambulatorio di Cori, ma necessitano di miglioramento e potenziamento. Queste le principali tematiche trattate nell’incontro
Il Tribunale per Diritti del Malato e il Comune di Rocca Massima lavoreranno insieme con l’obiettivo di collaborare con i responsabili della Sanità per segnalare criticità e proporre soluzioni per migliorare le cure e implementare la comunicazione e l’umanità dei rapporti tra cittadini, sanitari e Comune. Il primo obiettivo è di garantire una presenza del medico di base più estesa e la ripresa dell’attività prelievi per analisi.
Presso la Casa della Salute di Aprilia, è stato formato un team composto dai Coordinatori Infermieristici, che si confrontano per trovare una rapida soluzione ai problemi riscontrati, sempre in collaborazione e accordo con il Direttore del Distretto Belardino Rossi.
LA FIGURA DELL’INFERMIERE DI COMUNITA’
L’approdo in Italia della figura professionale dell’Infermiere di famiglia è un percorso iniziato anni fa e non ancora del tutto concluso. Si è iniziato a parlare di infermiere di famiglia a livello nazionale nel Dicembre del 2014 L’infermiere di famiglia è, in breve, il professionista sanitario che fornisce ai cittadini gli strumenti assistenziali utili per sostenere il peso di una malattia o di una disabilità cronica direttamente sul territorio e nello specifico all’interno dell’ambiente familiare.
Rilanciato definitivamente in Italia con il Decreto Rilancio (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 128 del 19 maggio 2020 il decreto legge n. 34 e delineato nell’art.1), l’IF/C incuba da molto tempo la sua specificità e licenza d’azione. In Italia tra le realtà già attive sul territorio spicca l’esperienza di Trieste che raccoglie continui consensi da parte dei cittadini