L’evento è stato fortemente voluto dalla Dirigente Scolastica Laura De Angelis per fornire agli studenti dell’istituto contenuti culturali di alto livello e approfonditi spunti di riflessione.
Grazie ad un lungo lavoro organizzativo in collaborazione con il Dipartimento di Studi Orientali dell’Università La Sapienza di Roma, gli studenti del Liceo Meucci hanno potuto ascoltare delle vere e proprie lectio magistralis tenute da illustri accademici di prestigiose università italiane e straniere sul tema dell’ebraismo in relazione alla letteratura e alla filosofia.
Con questo convegno il liceo di Aprilia ha voluto portare il proprio contributo alla Giornata della Memoria, celebratasi internazionalmente il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Nell’introduzione agli interventi il professor Mario Balzano ha spiegato che la riflessione sul tema dell’ebraismo in una città come Aprilia ha un suo particolare significato, in quanto così come gli Ebrei sono riusciti a preservare la loro identità pur essendo stati a lungo un popolo senza terra, così i cittadini di Aprilia, venuti da terre diverse, sono chiamati a trovare una loro propria identità.
Gli interventi dei relatori si sono snodati lungo tematiche complesse e affascinanti, che hanno mantenuto alta l’attenzione degli studenti e dei docenti in sala.
Gli interventi del convegno
Il primo contributo ha offerto una riflessione sulla figura letteraria del Golem (Irene Kajon: Il Golem: una leggenda ebraica) in relazione alla figura del robot, come simbolo dell’alienazione umana in una civiltà tecnocratica.
Si è passati a due interventi sulla figura e l’opera di Primo Levi (Alberto Cavaglion: Primo Levi e la voce del sacro; Virginia Di Martino: Una conversazione ‘Ad ora incerta’: Le poesie di Primo Levi). Dell’autore di Se questo è un uomo si è sottolineato tra i vari aspetti la viscerale necessità di testimoniare, di raccontare, di sopravvivere per far conoscere agli altri l’orrore vissuto, un bisogno primario più volte citato dall’autore: “Tornare, mangiare, raccontare”.
“Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto barbarico”, partendo da questa affermazione del 1949 di Theodor Adorno l’intervento di Sonia Gentili (Giorgio Bassani, Paul Celan e la poesia dopo Auschwitz) ha approfondito le modalità con cui autori diversi come Bassani, autore de Il Giardino dei Finzi Contini, e il poeta Paul Celan hanno tentato di indagare sulla propria identità ebraica dopo Auschwitz.
Dopo una riflessione su cosa sia uno stereotipo e su come sia storicamente nata la figura stereotipata dell’ebreo come persona avida, priva di scrupoli e dedita all’usura, l’intervento di Fiorella Gabizon (La rappresentazione dell’ebreo nel teatro inglese: Marlowe, Shakespeare e Cumberland) ha indagato l’evoluzione di questa figura nel teatro inglese: da figura stereotipata del tutto negativa in Marlowe, a Shakespeare, che cerca di approfondirne la psicologia e capirne umanamente i comportamenti, fino ad arrivare in epoca illuminista a Cumberland che presenta la figura positiva di un ebreo filantropo.
Gli interventi successivi hanno spaziato da una panoramica sulla letteratura ebraica di lingua inglese nel panorama della letteratura anglo-americana, la più grande produzione letteraria ebraica in lingua non jiddisch (Alessandro Gebbia: La letteratura Ebraico-Americana: Una ricognizione), ad una disamina sulla lingua jiddisch, la lingua degli ebrei aschenaziti derivata dal tedesco, che ha dato vita ad una fiorente produzione letteraria arrivata fino in Cina (Alessandro Leopardi: La ricezione della letteratura jiddisch in Cina).
Con un’appassionata riflessione sulla filosofia del dialogo di Martin Buber, il relatore Angelo Tumminelli (Il pensiero ebraico del Novecento tra Pathos e Logos) ha invitato gli studenti a costruire la propria identità in relazione all’altro che ci sta di fronte, invitando a considerare l’altro non come una cosa, un oggetto, ma una persona con cui entrare in dialogo, perché la spersonificazione dell’altro porta agli orrori dei campi di sterminio.
Il convegno si è chiuso con l’illustrazione di un progetto accademico inter-universitario volto a dar vita alla prima antologia della letteratura ebraica italiana e alle difficoltà metodologiche legate alla scelta degli autori da inserirvi (Giacomo Loi, Guido Furci: Letteratura ebraica: Un progetto antologico).