I numeri riguardanti le risorse idriche dimostrano che la perdurante crisi idrica del Nord Italia non è una transitoria stagione siccitosa, ma la conseguenza di un ciclo idrico, ormai incapace di rigenerarsi naturalmente a causa di cambiamenti climatici sorprendentemente veloci e cui si può rispondere solo con la realizzazione di nuove infrastrutture e l’efficientamento di quelle esistenti per trattenere l’acqua di eventi meteo sempre più rari.
“Anche nel Lazio, purtroppo, per gli stessi motivi, la crisi idrica mette paura – commenta Sonia Ricci, Presidente di Anbi Lazio- . In molte zone del territorio l’irrigazione dovrebbe prendere il via da aprile: in Ciociaria, così come nel reatino e nel viterbese, infatti l’avvio dell’irrigazione è previsto tra due mesi.
Nella provincia di Latina, invece, per fortuna, l’irrigazione è sempre più o meno garantita alle imprese agricole pontine. A soffrire di più è l’area romana. Il Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma, che assicura l’irrigazione dei campi nella zona della piana di Tarquinia così come in quella di Fiumicino e Maccarese passando per aree agricole importanti come quella di Cerveteri, così come negli ultimi tre anni, ha già provveduto ad avviare tutte le procedure per garantire l’acqua sin dalle prossime ore nel bacino di Maccarese e Fiumicino così come nella zona di Cerveteri.
“Il regolamento anche da noi prevedeva l’avvio ad aprile ma, ormai, sono tre anni che a febbraio riceviamo puntualmente richieste di anticipo per l’irrigazione – spiega il Presidente del Consorzio Niccolò Sacchetti – e per questo ci attiviamo per iniziare in anticipo”.
Le colture delle carote, in special modo, hanno necessità, più di altre, della risorsa irrigua ed il combinato disposto di terre più aride e sabbiose con colture a più cicli produttivi, fa in modo che l’irrigazione parta prima proprio nell’importante comprensorio di Maccarese a Fiumicino – ha aggiunto il direttore del Consorzio di Bonifica di Roma Andrea Renna. I nostri impianti hanno garantito l’irrigazione sino praticamente a tutto dicembre con così poco tempo anche le ordinarie manutenzioni obbligano a tempistiche da record – spiega ancora Sacchetti. Una crisi idrica ormai consolidata non può risolversi con qualche precipitazione. Occorrono programmazioni ed azioni strutturate per recuperare il grave deficit ad iniziare dall’acqua che arriva con le piogge che già è scarsa e che viene recuperata solo nella misura dell11%. Il Piano Laghetti può costituire una valida risposta per aprire una nuova era basata sulla prevenzione e non più solo sull’emergenza per dare forza a quel Patto per il Suolo che deve vedere uniti cittadini, consorziati, imprese ed Enti locali.