Rotte, rattoppate, talora progettate o realizzate maldestramente. Un vero campo di battaglia che mette a rischio l’incolumità di chiunque vi passi sopra, a piedi, in bici e sui veicoli a motore. A cosa è servito l’anno scorso l’aumento (al massimo) dell’aliquota dell’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore (RC auto) portata al 16% (il massimo) sia a Roma che a Latina?
Cosa ci fa lo Stato coi soldi della salata Tares che paghiamo anche per mantenere le vie delle nostre città? Ogni giorno che passa peggiorano le condizioni della viabilità, dentro e fuori i centri urbani. Un danno enorme anche per l’economia, che non può contare su reti viarie efficienti. Tra incidenti, ritardi, lentezza nei collegamenti, code e disagi vari l’intero sistema perde ogni giorno soldi ed opportunità. Il disagio diventa un incubo, poi, in settimane come queste quando la pioggia più insistente del solito ci mette il carico e la situazione va in tilt. Ma il clima va “solo” ad accendere una bomba già innescata. Una bomba che ogni volta scoppia in modo più deflagrante, come a cavallo tra fine gennaio e i giorni scorsi.
Tantissimi gli interventi in soccorso degli automobilisti vittime della mala-viabilità. «Sono poi queste le cose che magari risolvono tante situazioni ed evitano il peggio, dal 31 gennaio al 4 febbraio siamo intervenuti in una cinquantina di incidenti stradali dovuti alle imperfezioni del manto stradale», racconta l’impegnatissimo comandante provinciale della Polizia Stradale di Latina. Chiamati a sorvegliare un’area vastissima con arterie nevralgiche per l’intera regione, hanno dati che somigliano a un bollettino di guerra: allagamenti, asfalto saltato, addirittura carreggiate sprofondate, segnaletica fantasma, guard rail inesistenti, non a norma oppure rotti e quindi più pericolosi, cartelli pubblicitari insidiosi ma autorizzati e via incidentando. Non regge più dare la colpa ai diluvi e al clima cinico e baro. «Il maltempo cagiona problemi supplementari – spiega il comandante – ma in primavera ed estate non viene eseguita la manutenzione con la dovuta attenzione». Non si contano le segnalazioni agli enti gestori delle strade da parte di Polstrada, cittadini e altre forze dell’ordine. Vi sono ormai casi monstre che creano tappi insopportabili e inceppano la comunicazione tra intere aree della regione. È il caso della 148 Pontina, dove un altro tratto vicino Tor de’ Cenci stava crollando; o l’incompiuta Appia bis ai Castelli Romani, progetto iniziale del 1988, preventivo di 70 milioni ma costo effettivo intorno a 190: sistematicamente il tunnel ad Albano dev’essere chiuso per allagamenti quando piove. L’Ardeatina è a pezzi: ad es. nel punto nevralgico tra Albano, Ardea, Pomezia ed Aprilia, è stata chiusa dal km 23 al 26, disastrata dopo i nubifragi di fine gennaio. In tutto ciò pullulano le richieste di risarcimento da parte di automobilisti verso i Comuni e verso l’Astral, l’azienda pubblica della Regione incaricata di gestire strade come la Pontina, l’Appia, la Nettunense e la 156 dei Monti Lepini. «È un problema per noi ormai questo dei risarcimenti», confida a il Caffè un pezzo grosso dell’Astral. E si capisce: anche queste importanti arterie sono alla frutta ed attentano quotidianamente alla sicurezza pubblica. Di fatto, però, persino le segnalazioni della Stradale cadono troppo spesso nel vuoto. «Finché gli utenti lamentano carenze e pericoli è evidente che le risposte sono insufficienti. «La via più problematica – avverte Cipriano – è la Pontina, dal km 13 al km 65». Praticamente l’intero tratto da Roma, altezza innesto con il Raccordo anulare, a Latina nord (Borgo Piave). «Altre criticità importanti riguardano la 156 dei Monti Lepini – elenca il comandante della Stradale – che è strada di collegamento non solo a Frosinone ma all’asse viario nord-sud rappresentato dall’A1 ed anche, se non già bastasse, per i flussi turistici che dall’entroterra si spostano verso il mare e il Golfo di Gaeta: lì mancano alcuni interventi fondamentali, al km 35, sotto Sezze, una frana sta facendo scendere il piano stradale, poco più avanti i tombini rubati oltre un anno fa non sono stati rimessi, mentre il vecchio tracciato della 156 presenta importanti fenomeni di allagamento, soprattutto al km 34». Con la 156 e la 148, anche sull’Appia alcuni pezzi di strada si stanno letteralmente afflosciando, oltre al fondo ormai logoro e fuorilegge. «All’altezza di Latina e non solo – dice Cipriano – in vari tratti la pavimentazione dell’Appia è inidonea e malmessa, poco prima di entrare a Terracina si è abbassata al livello del canale che costeggia la strada. Attualmente vediamo solo interventi di rappezzo, che non sono né duraturi né efficaci».
Altra criticità può essere ghiaccio e neve, tanto che l’Astral ha messo l’obbligo di pneumatici antineve o catene a bordo sulle vie regionali. Peccato che nessuno metta gli appositi cartelli. Cosa che vanifica l’obbligo e le eventuali multe.
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