L’atavica paura che abbiamo dei serpenti e soprattutto la nostra ignoranza a distinguere tra le varie specie comporta che ogni volta che veniamo in contatto con un “essere che striscia” ci sentiamo in pericolo come se fossimo in un film western, in pieno deserto, attaccati da un branco di velenosi serpenti a sonagli.
In realtà, quasi sempre si tratta di innocui serpentelli che, anzi, aiutano a tenere sotto controllo la popolazione di altri animali ben più infestanti nei nostri giardini.
Nel caso di qualche giorno fa, a Sabaudia, la signora Elena, spaventata da quel serpente a strisce nere e gialle arrampicato sul suo cancello e con un geco in bocca, è stata molto furba, perché si è subito rivolta ad un esperto di etologia, Andrea Lunerti, che interviene in particolare quando viene chiamato per la presenza di serpenti, nidi di vespe, e altri animali con cui non siamo molto abituati a convivere.
Andrea Lunerti, che collabora anche con i set televisivi e cinematografici proprio per la gestione di animali non proprio domestici, semplicemente guardando l’immagine nella foto inviata dalla signora, l’ha rassicurata:
“Ho potuto tranquillizzare al telefono la signora Elena, autrice dello scatto, dicendole che il biacco non è velenoso in quanto preoccupatissima per la famiglia con un bambino piccolo nel cortile di fronte, dove è fuggito il serpente con ancora in bocca l’ambita preda.
Gli ho spiegato, infine che la natura è una grande forza, e non si può pensare di ostacolarla con un semplice cancello…”
Insomma si trattava soltanto di un biacco, una specie assolutamente non velenosa, che anzi fugge sempre in presenza dell’uomo. E sembra proprio che l’unico a rimetterci sia stato il povero geco, che da cacciatore, stavolta è diventato preda.
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Pagina Facebook di Andrea Lunerti, con le foto di numerosi interventi