«Il titolo di città può essere concesso a Comuni insigni per ricordi, o monumenti storici, con una popolazione agglomerata nel capoluogo non minore di diecimila abitanti e che abbiano convenientemente provveduto ad ogni pubblico servizio ed in particolare modo alla assistenza, istruzione e beneficenza.», si legge nel testo unico sugli enti locali.
Per presentare la candidatura serve una delibera di consiglio comunale e una relazione che spieghi i motivi per cui il Comune meriti di diventare città. Ci provò già il commissario prefettizio nel 2017, senza successo. Ora l’amministrazione Cremonini ci riprova.
Cosa cambia per i cittadini? Assolutamente nulla, è infatti un titolo “onorifico”. Se poi in effetti meriti davvero tale riconoscimento da parte del presidente della Repubblica, questo è un dato soggettivo di ciascun cittadino. Diciamo che probabilmente prima dovrebbe iniziare a dare i servizi degni di una città e poi, in caso, chiamarsi tale. Ma, ripetiamo, è un punto di vista soggettivo.
In ogni caso il consiglio comunale discuterà di questo argomento nella seduta fiume in programma per venerdì.
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