Un italiano su tre (36%) che ha viaggiato all’estero si è scontrato con versioni improbabili e condimenti stravaganti, secondo un’analisi Coldiretti/Ipsos in occasione della provocatoria apertura della prima “Pizzeria degli Orrori” al Villaggio della Coldiretti a Napoli.
Le pizze più strane
L’analisi rivela che le varianti più strane si trovano in Nord Europa, Asia, Africa, America e Oceania.
Ad esempio, in Asia, a Hong Kong, si serve una pizza al serpente con carne di rettile, mentre in Australia sono comuni pizze con carne di canguro, di coccodrillo o di struzzo.
In Sud Africa, si trova la pizza con le banane e quella con la carne di zebra. Negli Stati Uniti, la pizza hawaiana con l’ananas è un classico, mentre in Portogallo si prepara la pizza con il baccalà e le uova sode. In Svezia, si sperimentano abbinamenti strani come tacchino e miele, frutta in scatola e cioccolato, o persino insalata di cavolo cappuccio.
Italiano, palato fino per la pizza
La delusione per le pizze all’estero riguarda diversi aspetti, con il 52% degli intervistati che lamenta la qualità dell’impasto, il 48% che si lamenta del sapore e il 36% che critica il tipo di ingredienti utilizzati. Fra gli italiani che hanno provato la pizza all’estero, il 14% è rimasto molto deluso, mentre il 22% è stato abbastanza scontento. Tuttavia, c’è anche un 6% di entusiasti e un 20% che ha apprezzato abbastanza.
Il falso Made in Italy: 120 miliardi di euro
L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano è stata riconosciuta dall’Unesco come parte del patrimonio culturale dell’umanità. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolinea che garantire l’autenticità della ricetta e dell’arte della preparazione è cruciale per difendere un piatto che fa parte integrante della tradizione italiana a tavola e proteggerlo dall’imitazione di falsi prodotti Made in Italy, che hanno raggiunto cifre astronomiche di 120 miliardi di euro, mettendo a rischio posti di lavoro e crescita in Italia.
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