La storia di nonno Nildo è stata molto coinvolgente come tutti i racconti dei nonni e ha trasportato i ragazzi in un viaggio nella storia, una storia anche del nostro territorio. Sentire dai racconti del protagonista quello che ha vissuto sulla propria pelle è stato molto interessante.
Alcuni deportati non sono più tornati a casa. Nildo Menin invece ha avuto la fortuna di poter scappare, sopravvivere e raccontare questo triste capitolo della sua vita e della nostra storia.
La cosa che ha colpito tutti è stata la sua spontaneità con la capacità di trasportare ognuno di noi nel passato attraverso i suoi racconti. È stato interessante vedere immagini storiche e attuali del territorio pontino, soprattutto le riprese fatte dall’alto con il drone.
La ricostruzione storica ha poi permesso di vedere attraverso delle fotografie le baracche dei prigionieri di guerra, sovraffollate, con questi militari che una volta arrivati nel campo definitivo, venivano assegnati ad una fabbrica oppure ad una compagnia di lavoro, e gli veniva consegnato un tesserino di riconoscimento.
Purtroppo le barbarie delle guerre sono difficili da comprendere e nonostante la guerra sia nei fatti un massacro, si continua purtroppo a fare.
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