A chiedere chiarezza ora sono 22 senatori del Partito democratico in una interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia.
Il finanziamento alla società Capo d’Anzio
I dubbi nascono dalla delibera della commissione straordinaria del 29 dicembre 2023 sulla “ricognizione delle partecipazioni societarie”, dove si conferma, tra le altre, quella nella Capo d’Anzio. “Tra le garanzie fideiussorie inserite in Bilancio c’è la previsione della garanzia di un finanziamento che la società Capo D’Anzio contrarrà per realizzare investimenti necessari ad assicurare la continuità aziendale”, si legge nella nota integrativa al bilancio di previsione 2024 del Comune. E che “l’attuale Consiglio di Amministrazione ha invocato l’intervento del socio pubblico, presentando un piano aziendale di investimento, con la finalità di vedersi finanziati interventi in grado di assicurare alla società la continuità aziendale, in vista dell’individuazione delle possibili vie di sviluppo del futuro cantiere portuale”.
In particolare, con la suddetta nota “è stato richiesto un finanziamento di 1.500.000 euro, destinato principalmente ad interventi strutturali, in grado di aumentare, sia qualitativamente che quantitativamente, la capacità ormeggiativa del Porto di Anzio, permettendo altresì alla Società Capo d’Anzio di raggiungere un equilibrio economico-finanziario soddisfacente per il conseguimento dell’oggetto sociale”.
“Con tali interventi, come ampiamente dimostrato nel piano aziendale predisposto dalla Società, la stessa sarebbe in grado, nel breve periodo, di rientrare del finanziamento concesso, oltre che di migliorare la propria redditività in modo da assicurare tra l’altro il pagamento dei propri debiti erariali pregressi e garantendo la necessaria continuità aziendale senza la quale non potrebbe essere perseguito l’interesse pubblico generale, posto come obiettivo della società Capo D’Anzio Spa”.
Il copia e incolla
Una relazione copiata e incollata da quella dell’anno precedente, nella quale si affermava, tra l’altro, che “alla data del 31 dicembre 2022 si è registrato un concreto aumento del fatturato annuale e il 31 dicembre 2023 potrebbe ritenersi termine congruo per l’affidamento dei lavori”.
Il “consiglio di amministrazione” non c’è più da anni. La società è affidata a un amministratore unico. Non solo: vari istituti di credito hanno ricevuto la richiesta di fidejussione, ma nessuno l’ha concessa a causa delle pessime condizioni nelle quali versa la società. La conferma arriva dalla nota integrativa al bilancio consuntivo 2022 della Capo d’Anzio, approvato il 28 dicembre dall’amministratrice, Cinzia Marzoli, con il collegio sindacale e il revisore dei conti che non sono stati in grado di esprimere un parere.
I rischi
Nella nota integrativa si afferma, fra l’altro, che: “Il risultato conseguito e le analisi della situazione finanziaria della società fortemente indebitata, incapace di far fronte autonomamente alle obbligazioni provenienti dal passato ma presenti anche nel 2022 e nell’esercizio 2023, fanno ritenere che vi siano significative incertezze in merito alla capacità della società di garantire la continuità aziendale”.
Tra i rischi indicati dalla stessa amministratrice vi sono l’ipotesi di decadenza della concessione demaniale, l’impossibilità di accedere al credito bancario “stando agli indicatori presenti nei quattro bilanci degli esercizi precedenti”, l’aumento del canone di concessione, i costi per l’escavo del canale di accesso al porto, per i quali la Capo d’Anzio è già indebitata con la Regione Lazio.
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