La protesta studentesca nasce dall’improvvisa decisione della dirigenza scolastica di sospendere la cosiddetta “settimana alternativa” senza fornire chiare motivazioni.
Le giornate di cogestione al Liceo Meucci di Aprilia
Da qualche anno alla fine del quadrimestre, durante il periodo degli scrutini, gli studenti del Liceo Meucci di Aprilia solitamente organizzano delle giornate di didattica alternativa, in attesa di riprendere la didattica istituzionale.
Quest’anno agli studenti erano state concesse 3 giornate di cogestione, da giovedì 1 febbraio a lunedì 5 febbraio. Durante queste giornate erano previsti laboratori e attività varie, organizzate dagli studenti stessi, in collaborazione con alcuni docenti e personale esterno. Cineforum, corsi di braille, corsi di ballo, laboratori musicali, laboratori di scrittura creativa, corsi di lingua, erano tra le varie attività proposte. Era inoltre previsto l’evento “Meucci’s got talent”, con l’esibizione e la premiazione degli studenti giudicati più di talento nelle rispettive discipline.
Nel primo pomeriggio di giovedì 1 febbraio la Dirigenza ha inviato uno scarno comunicato in cui si avvisava che per motivi di sicurezza, non ulteriormente specificati, le attività di cogestione erano annullate e le lezioni sarebbero riprese regolarmente.
La reazione degli studenti all’annullamento delle attività di cogestione
L’annuncio ha lasciato perplessi studenti e genitori, desiderosi di comprendere la ragione per cui, da un momento all’altro fosse stata presa tale decisione.
I rappresentanti degli studenti e dei genitori hanno tentato di ottenere un chiarimento da parte della Dirigente Scolastica, professoressa Laura de Angelis, che ha semplicemente riferito di aver preso tale decisione a fronte di un evento grave. Di quale fosse tale evento grave non ha voluto parlare, né ha voluto incontrare i rappresentanti.
Agli studenti è sembrata una decisione unilaterale e non chiara. Essi ritengono sia loro diritto sapere quali siano i fatti gravi che hanno portato la Dirigente a sospendere la cogestione. Non criticano la decisione in sé, quanto la mancanza di trasparenza e l’indisponibilità al dialogo.
Gli studenti inoltre contestano una decisione di natura punitiva che va a colpire in maniera indiscriminata tutta la popolazione studentesca, che non è nemmeno consapevole di quale torto abbia commesso!
Se i fatti che hanno condotto a tale decisione sono davvero gravi, è un diritto degli studenti esserne a conoscenza. E se c’è qualche responsabile, è giusto che riceva una sanzione, senza che tutti debbano subirne le conseguenze.
La posizione dei genitori
Le ragioni degli studenti sono condivise da gran parte dei genitori, che si sono confrontati nelle varie chat di gruppo.
Ciò che rende i genitori più perplessi è quale valore educativo possa avere una misura di cui non si conoscono le motivazioni. Come si può far capire l’importanza del rispetto delle regole e della responsabilità individuale, se poi le misure restrittive ricadono in maniera indiscriminata su tutti?
In un messaggio si legge:
“Noi pensiamo che la scuola dovrebbe essere il luogo dove imparare, accrescere il proprio livello culturale ma deve essere anche l’anticamera della vita sociale che i ragazzi si troveranno ad affrontare quando saranno più grandi. Se c’è stato un episodio tanto grave da giustificare questa repentino cambio di programma è giusto che chi deve sovrintendere e garantire la sicurezza abbia preso le dovute misure. Detto ciò, quando si sbaglia è giusto comunicare cosa è stato fatto di sbagliato in modo da trasformare l’errore in un momento di crescita e far sì che non si ripeta in futuro. Inoltre se ha sbagliato un singolo o un piccolo gruppo è più produttivo concentrarsi sugli elementi che hanno sbagliato e non su tutti. Se si colpisce tutti senza criterio è un fallimento formativo.”
Quello che gli studenti chiedono, e con loro i genitori, è dunque un confronto aperto con la Dirigente Scolastica, per avere risposte.