E oggi vale…
Il Titolo è stato stimato, compresi interessi legali, rivalutazione e capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento, a una cifra pari a circa 22 mila euro.
L’uomo ha conferito mandato all’avvocato Francesco Di Giovanni di recuperare la somma. La norma prevede che Poste italiane ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze siano obbligati in solido a “onorare” tutti i debiti esistenti, anche quelli generati prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
I due Enti, infatti, rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la vigenza della Repubblica Italiana, ma anche di quelli emessi durante la vigenza del Regno d’Italia.
Cosa prevede la legge
Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste italiane, l’art. 2935 del Codice civile statuisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Quindi, nel caso di specie, il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del Titolo stesso. Diversamente non potrebbe essere, visto che il 73enne prima di tale data ignorava l’esistenza del suo credito.
In Italia ci sono circa 10 milioni di euro di Titoli di Credito “Antichi” ancora riscuotibili e non riscossi tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc… E purtroppo, c’è molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento.
È possibile ottenere il rimborso di titoli “antichi” quali libretti di risparmio, buoni e titoli di stato in genere?
Sì, è possibile, per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi oltre alla rivalutazione monetaria. Il rimborso si può richiedere a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni. Tale termine non decorre dalla data di emissione del titolo ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto.
In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha “ritrovato” solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni) può agire per il rimborso dello stesso. La prescrizione infatti inizia a decorrere dal momento del ritrovamento.
Quanto può valere attualmente un titolo “antico”?
È questa una domanda alla quale non è possibile dare una risposta univoca senza l’ausilio di un consulente contabile esperto. Costui deve procedere alla valutazione del singolo titolo in relazione all’anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo.
Ma anche in relazione al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, all’introduzione della moneta unica europea ed altri ulteriori coefficienti.
Si ha un’indicazione di massima del valore attuale del proprio titolo considerando il potere di acquisto della lira all’epoca di emissione del titolo.
In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l’erede avrebbe diritto ad ottenere oggi l’equivalente di quella somma di denaro, tradotta in euro, che all’epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l’acquisto di un determinato bene.
Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si poteva acquistare uno specifico fondo agricolo, oggi l’uomo avrebbe diritto di ottenere una somma di denaro in euro, che è stata quindi rivalutata e ricapitalizzata, tale da consentire l’acquisto di un terreno dello stesso tipo.
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