Scrivono i magistrati impegnati nella lotta alla frode:
“Le investigazioni hanno svelato come fosse sufficiente visitare una pagina web o consultare un’app con il proprio cellulare, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (c.d. “0-Click), per ritrovarsi istantaneamente abbonati a servizi che prevedono il pagamento di un canone settimanale o mensile”.
In pratica nel periodo che va dal 2017 al 2020, perte degli utenti dei telefonini con abbonamenti a Tim si erano visti addebitare sul proprio telefonino importi per fantomatici abbonamenti a servizi a valore aggiunto (VAS). Stessa cosa, ma in altro periodo era successa con WindTre.
Si tratta di quegli abbonamenti a servizi come oroscopi, suonerie, giochi, meteo per cui è previsto il pagamento di un canone settimanale o mensile.
Come funzionava la trappola sui telefonini
In pratica quindi bastava visitare una pagina web o consultare un’app con il proprio telefonino per far scattare l’abbonamento. E spesso alla pagina web ci si arrivava anche non volutamente, ingannati da banner pubblicitari che magari promettevano o pubblicizzavano altre cose.
E per appioppare abbonamenti non richiesti, usavano trucchi anche tecnologici. Come scrivono i magistrati impegnati nell’indagine:
“Un business da svariati milioni di euro che ha tratto ulteriore profitto anche dalle attivazioni dei servizi VAS sulle connessioni mobili usate tra macchina per lo scambio di dati, senza intervento umano.”
Sequestri preventivi verso TIM e WindTre
Il Giudice per le Indagini preliminari ha emesso pertanto un decreto di sequestro preventivo nei confronti di Tim Spa di € 248,9 milioni, per la società spagnola CSP di 53,9 milioni, e di altre decine di milioni di euro nei confronti di altri soggetti implicati nella frode. I sequestri preventivi sono stati eseguiti in data odierna.
A causa di un analogo sistema di frode, tempo fa anche WindTre aveva subito un sequestro preventivo per l’ammontare di 23 milioni di euro.
Chi sta indagando sulla frode
A procedere ai sequestri sono stati i militari della Guardia di Finanza del Nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche di Roma, del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Milano e della squadra Reati informatici di Milano.
Le indagini sono condotte dal IV Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano, guidata dal Procuratore Marcello Viola. Il decreto dei sequestri preventivi è stato emesso dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Milano.
Tim e WindTre non sono indagate, non erano loro a pepetrare la truffa. Ma certo gli utenti si aspettavano un maggiore controllo da parte del proprio gestore telefonico, che “faceva da tramite” involontario per l’incasso del pagamento non dovuto.
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