«Abbiamo messo mano all’apparato con la mobilità per garantire trasparenza e far sì che il Comune di Nettuno possa diventare la casa di vetro in cui cittadino può identificarsi, abbiamo fatto ex novo 15 regolamenti in materia edilizia, di gestione del personale, di trasparenza degli atti».
Antonio Reppucci è alla guida del Comune di Nettuno dal novembre 2022, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento dell’amministrazione comunale (già commissariata da 5 mesi per problemi politici) per infiltrazioni mafiose.
Reppucci, che è stato prefetto di Catanzaro, è stato intervistato da Tv7 rotocalco del Tg1. Nell’intervista ha tracciato un primo bilancio delle azioni adottate per ripristinare la legalità nel Comune, mentre ancora non si hanno notizie se le due città potranno tornare al voto a giugno. A una apposita interrogazione parlamentare, ancora nessuno ha risposto.
L’origine della ‘ndrangheta a Nettuno
«Il radicamento delle organizzazioni criminali – ha detto il commissario – ha origini antiche, risale agli anni ‘60, dai Gallace ai Novella, Modaffari, soprattutto dalla provincia di Catanzaro e Reggio Calabria: hanno iniziato a tessere collegamenti e relazioni con amministratori locali e da qui questa penetrazione nel tessuto sociale ed economico del territorio».
Per Reppucci «la ‘ndrangheta è come un tumore, è invasiva e pervasiva, si infiltra come la gramigna e tende a fare metastasi, stiamo cercando di recidere rendendo il Comune impermeabile a mire e appetiti. La criminalità quando c’è una gestione commissariale diventa in genere silente, pronta a riproporsi quando torna un’amministrazione eletta, vedo segnali positivi e spero che questo non avvenga e ci sia finalmente discontinuità e salto di qualità individuando le persone migliori che possano portare questa comunità verso lidi più sicuri, ma questo salto di qualità dipende dai cittadini».
Il servizio di Tv7 (qui per il collegamento)
Il Tg1 ha fatto un viaggio nei Comuni di Anzio e Nettuno commissariati per infiltrazioni mafiose e l’insediamento della prima “locale” di ‘ndrangheta sul territorio romano.
La presenza della criminalità organizzata nella Capitale traspare in modo sempre più evidente dalle ultime inchieste.
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