Sul tavolo del Governo Meloni il ‘trasudo’ di benzina Eni nei pozzi Acea di Pomezia e Ardea
Difatti un ennesimo ‘trasudo’ di carburante, accertato da Arpa Lazio e Città Metropolitana di Roma, sta mettendo a rischio la qualità dell’acqua del campo pozzi Acea situato in zona Santa Palomba. Campo pozzi Acea che serve, per l’appunto, centinaia di migliaia di cittadini.
Il ruolo di Eni e Acea
Una recente tavola rotonda si è tenuta nel comune di Pomezia. Presenti vari Enti pubblici preposti alla tutela di salute e ambiente. Si è chiusa, però, in modo negativo, appena pochi giorni fa. Con l’Eni che non è stata in grado di presentare un Piano di bonifica ritenuto, dagli Enti pubblici, serio ed efficace.
E con Acea, la municipalizzata dell’acqua del comune di Roma, ‘zitta e muta’, come scriverebbe il gruppo rock Maneskin. Molto attiva nel campo ‘incenerimento dei rifiuti’, pronta a sparare titoloni in prima pagina su tv e giornali nazionali. Ma che perde poi improvvisamente la favella quando si tratta di parlare qualità dell’acqua che distribuisce nei rubinetti dei cittadini: ossia il compito principale per cui è nata?
Il senatore Peppe De Cristofaro
A presentare una interrogazione urgente (per leggerla clicca qui) a risposta scritta su questo caso è stato, come accennato in apertura, il senatore Peppe De Cristofaro (Alleanza dei Verdi e Sinistra). In particolare, la sua interrogazione è finita nelle mani dei due ministri del Governo Meloni delegati alla Salute (Orazio Schillaci) e Ambiente (Gilberto Pichetto Fratin).
Chiede un intervento urgente per capire come mai da circa 23 anni l’Eni sia sostanzialmente libera di emettere inquinanti che pongono a rischio un campo pozzi che serve circa 200mila persone.
L’interrogazione del senatore
“Da uno studio del 2016 realizzato dal gruppo di lavoro per la gestione dell’inquinamento delle acque sotterranee da tetracloroetilene e tricloroetilene nei comuni di Pomezia e Ardea – scrive il senatore – risulta che l’area vasta compresa tra i comuni di Pomezia, Ardea e Roma era già allora caratterizzata da circa dieci o venti anni da rilevante inquinamento da tricoloroetilene e tetracloroetilene, rilasciati nell’ambiente e che al tempo non si riuscì a stabilire se il rilascio fosse stato interrotto o fosse ancora in corso.
Il campo pozzi Acea
Già nel 2016 si era evidenziato che il fenomeno di inquinamento da tricoloroetilene e tetracloroetilene si era esteso all’area del campo pozzi Laurentina, una delle fonti di approvvigionamento delle principali reti idriche pubbliche dei comuni di Pomezia ed Ardea.
Nella medesima area di Santa Palomba, ricadente nel comune di Pomezia, ricadono ben 4 aziende a rischio di incidente rilevante (RIR), e cioè: Liquigas S.p.A., Procter & Gamble S.p.A., Chimec S.p.A. ed Eni S.p.A..
Le aziende R.I.R., a Rischio di Incidente Rilevante
Tra le aziende che costituiscono siti con RIR, l’ENI rappresenta una fonte di inquinamento già almeno dal 22 marzo 2001, giorno in cui l’ENI stessa segnalò alla ex provincia di Roma una situazione di inquinamento presso il deposito e le conseguenti misure di sicurezza d’emergenza adottate;
nell’anno 2018, secondo quanto scritto da tecnici ARPA, risultava che le ultime attività di campionamento svolte dal Servizio Suolo, Rifiuti e Bonifiche erano relative all’anno 2010.
Carabinieri N.O.E.
nell’aprile 2023 si sono concluse le indagini relative al reato di inquinamento ambientale ad opera del NOE dei Carabinieri sull’impianto ENI di Santa Palomba e da esse è emerso che: dal 2019 al 2023.
Il deposito di carburanti di proprietà dell’ENI S.p.A., a causa della progressiva fuoriuscita di carburante da alcuni serbatoi, ha inquinato i terreni circostanti interessando, in maniera irreversibile, i tre livelli della falda acquifera.
L’azienda, per negligenza ed imprudenza, nel corso del tempo, per ottenere un risparmio sui costi dovuti all’adeguamento dei criteri di sicurezza ed alle manutenzioni. Avrebbe omesso di installare i doppi fondi in alcuni serbatoi contenenti jet-fuel e benzina e non avrebbe provveduto ad impermeabilizzare con il cemento i bacini di contenimento attorno ai serbatoi. Costituiti invece da terreno permeabile e favorendo così lo sversamento. Il modello organizzativo dell’azienda non prevedeva appositi protocolli sulla prevenzione in materia di perdita di carburanti dai serbatoi che potessero prevenire i reati ambientali.
Il ruolo di Arpa Lazio e Città Metropolitana di Roma
il piano di bonifica proposto dalla stessa società ENI agli Enti pubblici è stato bocciato sonoramente da ARPA Lazio e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e lo scorso 12 febbraio il tavolo congiunto degli Enti pubblici ha chiuso i lavori con un parere negativo.
In data 29 febbraio 2024 gli organi di informazione hanno riportato la notizia di un’ulteriore trasudazione di carburanti dal sito di ENI in località Santa Palomba, non lontano dalla zona del campo pozzi Laurentina, che alimenta la falda acquifera di Pomezia, Ardea e l’area di Roma denominata “Laurentina”,
Le domande ai 2 ministri del Governo Meloni
se i Ministri in indirizzo intendano in tempi brevi intervenire con appositi approfondimenti a verificare, tramite gli enti preposti, se la situazione di inquinamento diffuso dell’area di Santa Palomba stia mettendo a rischio la salute dei circa 115.000 abitanti di Ardea e Pomezia, nonché tutti gli abitanti del comune di Roma serviti dai cosiddetti pozzi Laurentina;
come sia possibile che dopo l’incidente del 2001 l’ENI abbia continuato indisturbata la propria attività economica nel sito di Santa Palomba, proseguendo nell’inquinamento della falda acquifera dell’area vasta con all’incirca le stesse modalità.
Se si intenda istituire un SIN per procedere alla bonifica dell’area di Santa Palomba nel tentativo di depurare la falda acquifera, sia in relazione all’inquinamento da tricoloroetilene e tetracloroetilene, che per la trasudazione di carburante e se non si voglia altresì avviare una messa a punto di provvedimenti che vincolino ENI a realizzare a proprie spese e nel più breve possibile tempo la bonifica dell’area di Santa Palomba e l’aggiornamento dei propri protocolli interni, con un piano efficace e ricevibile, con lo scopo di mettere fine all’inquinamento della falda acquifera, prima che la situazione porti ad una gravissima emergenza sanitaria.
Sul tavolo del Governo Meloni il ‘trasudo’ di benzina Eni nei pozzi Acea di Pomezia e Ardea.
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