La Vodafone Italia ha impugnato di recente al Tribunale Amministrativo del Lazio il Piano antenne approvato all’inizio di dicembre scorso dal Comune di Grottaferrata, chiedendo non solo che venga annullato, ma anche che venga sospesa, con effetto immediato ed urgente, la sua validità.
La prossima e decisiva udienza è fissata per il 16 aprile. Così ha stabilito la quinta sezione-ter del Tar del Lazio lo scorso 12 marzo, con una ordinanza che lascia davvero impietriti. Il Comune avrà tempo fino al 4 aprile per presentare le sue osservazioni tecniche.
Antenne dei telefonini, Vodafone ‘dichiara guerra’ al Piano etico di Grottaferrata
Prima di tutto è certamente utile ricordare che il Piano antenne comunale è lo strumento che, secondo la legge italiana, ha lo scopo di stabilire dove possono essere installate, ovviamente sul territorio di competenza municipale, nuove antenne e/o tralicci di telefonia mobile.
Parliamo di antenne e tralicci che servono, in sostanza, a inviare il segnale internet e gsm a cellulari, tablet e pc vari. Il Piano antenne serve a regolare anche il funzionamento e/o la modifica dei tralicci già esistenti e presenti sul territorio in vista, ad esempio, di un loro ampliamento/potenziamento (tipo la tecnologia 5G).
Le antenne vengono considerate, in Italia ed Europa, ormai da tempo, opere private. Ma di pubblica utilità, al pari delle condotte idriche, del gas e dei tralicci elettrici. Premesso tutto ciò, in ogni caso, per limitare la loro proliferazione ‘incontrollata’, lo Stato Italiano conferisce ai comuni un potere, un grosso potere.
Ossia quello di ‘modulare’ la loro presenza sul territorio, specie tenendo in conto la presenza di siti altamente sensibili per la cittadinanza, quali: ospedali, centri sanitari, asili, scuole, università, centri sportivi, centri di rilevanza religiosa, centri aggregativi pubblici, uffici comunali, etc etc. L’elenco è lungo.
Il potere dei Comuni
Il poter concesso al comune serve a salvaguardare in via prioritaria la salute dei cittadini, in virtù del principio cautelare. La salute viene prima di tutto. Ma anche a tutelare l’ambiente ed il paesaggio. Sì, anche il paesaggio. I tralicci potrebbero ostacolare la bellezza di viste mozzafiato o di monumenti di rilevanza nazionale. Che effetto farebbe un mega traliccio di telefonia mobile affianco alla millenaria Abbazia di San Nilo? Che effetto farebbe un traliccio davanti il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo o la straordinaria Torre Civica di Pomezia ?
Ebbene, tutto ciò premesso, evidentemente la Vodafone non apprezza il tentativo del comune di Grottaferrata di rendere partecipato ed etico il Piano comunale, che è stato presentato nel corso di più incontri pubblici dallo stesso primo cittadino.
La domanda sorge spontanea: cosa c’è che non va in tutto ciò? C’è qualcosa di poco etico nel Piano antenne del comune di Grottaferrata?
Tremano Pomezia e Castel Gandolfo
Un Piano partecipato è stato promosso, di recente, anche dal comune di Castel Gandolfo, la città dei Papi (per leggere la notizia, clicca qui). Qualche azienda attaccherà anche il comune gandolfino? Al momento non ci risultano ricorsi pendenti.
Tra l’altro, anche il comune di Pomezia è alle prese con il Piano antenne comunale, visto che quello approvato nel 2019 dalla ex Giunta comunale è quasi tutto da rifare (per leggere la notizia, clicca qui). Secondo i giudici del Tar, l’ex sindaco Adriano Zuccalà non avrebbe indicato correttamente i luoghi sensibili presenti sul territorio di Pomezia. Quindi le aziende di telefonia mobile l’hanno spuntata, davanti ai giudici. Risultato? L’attuale sindaco pometino, Veronica Felici, dovrà ricostruirlo tutto d’accapo ed anche velocemente. Il 5 G incombe.
Non ostacolare le nuove tecnologie e salvaguardare, allo stesso tempo, la salute, l’ambiente il paesaggio, a questo serve il Piano comunale. Ma il confine tra un obiettivo e l’altro spesso è l’abile. Obiettivo difficile da raggiungere, per i comuni e per i sindaci.
Il Comune ha tempo fino al 4 aprile, per difendersi
Tornando a Grottaferrata, come anzidetto, il Comune ha tempo fino al 4 aprile per difendersi, l’udienza decisiva invece si svolgerà il 16 aprile, così scrive lo stesso Tar del Lazio. Il Tar del Lazio “Dispone – così si legge nell’ordinanza dei giudici amministrativi – che l’amministrazione resistente espleti gli incombenti indicati in motivazione entro il 4.4.2024. Fissa per il prosieguo della trattazione dell’istanza cautelare la camera di consiglio del 16.4.2024”.
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