È questo quanto sta accadendo in questi giorni nella città dei Papi. Ma andiamo per ordine.
Lo scorso 15 marzo la maggior parte dei 17 operatori che gestiscono gli stabilimenti del lungolago Albano di Castel Gandolfo hanno ricevuto via pec dal municipio gandolfino un “avvio di procedimento diretto alla decadenza della concessione” in loro possesso. Così si legge testualmente tra le carte che abbiamo potuto consultare.
La concessione decadrà se gli operatori stessi non smonteranno, entro 10 giorni, quindi entro il 25 marzo, bar, chioschi, lettini e strutture mobili varie. E se, infine, non metteranno a ‘ricovero’ i pedalò, le canoe e barchette che allietano le giornate di tanti, tantissimi utenti locali, turisti e avventori in primavera, estate e sempre di più anche in autunno complici i cambiamenti climatici in atto negli ultimi anni.
Stagione balneare a rischio al lago di Castel Gandolfo
La nota municipale porta la firma della dirigente dell’Ufficio tecnico di Castel Gandolfo, l’architetto Claudia Zaratti.
La stessa nota è stata da lei inviata, oltre che all’associazione Lungo Lago Aps (che raccoglie tutti gli operatori del lago), anche al sindaco, Alberto De Angelis, al vicesindaco, Cristiano Bavaro, delegato al lago, alla Regione Lazio ed infine al Parco dei Castelli Romani, visto che parte dell’arenile di cui si parla è di competenza regionale.
Il Comune impone di smontare chioschi e lettini prima di Pasqua
Va premesso che gli operatori in questione hanno una concessione semestrale, non annuale, quindi tecnicamente il Comune ha ragione. La richiesta del Comune è legittima, almeno formalmente.
Ma ci sono vari “però”, così ci raccontano gli stessi operatori che hanno contattato il nostro giornale.
Primo: i titolari delle licenze semestrali (che sono la maggior parte) hanno richiesto, circa un anno e mezzo fa, il prolungamento della loro licenza per passare da una 6 mesi ad una 12 mesi, ma non hanno ancora ricevuto risposta, né convocazione alcuna.
Secondo: viene chiesto alla maggior parte degli operatori di smontare bar, chioschi, lettini e strutture mobili varie, con tutti i relativi costi, a circa 2 settimane dall’avvio della stagione balneare, che inizia il 15 aprile. Ed appena prima di Pasqua e pasquetta, un periodo in cui le attività saranno comunque già tornate in funzione, almeno questo sperano gli operatori.
Il lago è meno appetibile, piaccia o non piaccia: calano i guadagni
Terzo: la grave crisi idrica che sta travolgendo il lago renda l’area meno appetibile, piaccia o non piaccia, in molti, tra bar, ristoranti e locali palestre, stanno vendendi/svendendo le loro attività.
Non vi sono più i margini di guadagno che c’erano in passato. Questo è un dato di fatto reale. Molti operatori rischiano il tracollo se dovranno sobbarcarsi le spese di smontaggio e rimontaggio delle strutture.
Inoltre, da ormai 12 anni si è diffusa una consuetudine per cui anche i titolari di licenza semestrale, complice l’allungamento della stagione calda, lasciano le strutture montate tutto l’anno. Nessuno gli ha mai fatto problemi, fino ad ora.
Quarto: una nuova regolamentazione delle spiagge è comunque necessaria, visto che l’abbassamento consistente dei livelli dell’acqua del lago ha comportato l’allungamento della spiaggia e l’aumento delle porzioni libere e la conseguente probabile nascita di nuove concessioni.
“Più regole e certezze, qualcuno ci convochi”
Quinto: anche gli operatori con licenza annuale chiedono più regole e certezze e una revisione urgente dei regolamenti, visto che l’area che detengono per tutto l’anno non è esente da rischi e problemi giudiziari.
“Chi paga – ci racconta un operatore titolare di una licenza 12 mesi – se qualcuno, a capodanno, si ferisce sull’arenile? Perché nessuno ci convoca?
Il Comune di Castel Gandolfo, da noi contattato, fino a questo momento non ci ha fornito alcuna risposta. Restiamo in attesa, comunque, di una nota ufficiale che pubblicheremo in qualunque momento arrivi.
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