Inceneritore di Roma, indaga (anche) la Corte dei Conti
C’è una indagine penale, appena nata, sull’inceneritore di Roma che dovrebbe sorgere in località Santa Palomba, sull’ultimo lembo di territorio romano. terreno situato proprio accanto alla discarica di Albano Laziale ed a due passi non solo dai Castelli Romani, ma anche da Ardea e Pomezia.
Una indagine che ha portato i militari della Guardia di Fiun anza nella sede Ama di via Calderon de La Barca lo scorso 13 marzo. Una indagine che si basa su una querela depositata a luglio scorso da vari comitati e associazioni territoriali. Salute e Ambiente Albano. Pavona per la Difesa della Salute. Il comitato UST-Uniti per la Salvaguardia del Territorio di Ardea. E infine l’associazione Latium Vetus di Pomezia.
Questa querela – e la relativa indagine penale – riguardano proprio il costo spropositatamente alto (sempre a detta di associazioni e comitati) pagato da Ama, la municipalizzata capitolina dei rifiuti, con soldi pubblici, a favore di privati. L’indagine penale consta anche di un ‘filone’ contabile presso la Corte dei Conti. Come accennato in apertura.
7,7 milioni pagati a fronte di un valore di 2,5 milioni
Del resto proprio Ama ha pagato 7,7 milioni di euro a fronte di un valore reale totale del terreno che, sempre secondo i cittadini, associazioni e comitati, non poteva superare per nessuna ragione i 2,5 milioni di €. Un prezzo pagato da Ama sui cui pesano, letteralmente, quindi 5 milioni (presunti) di sovrapprezzo.
A controprova delle loro ragioni, associazioni e comitati hanno depositato ai magistrati penali e contabili una corposa contro-relazione tecnica. Relazione un cui un tecnico della zona, Giacinto Persichilli, specializzato in valutazioni immobiliari, fa il punto della situazione. Un tecnico che ha messo sul piatto il suo nome e cognome, insieme alla sua reputazione. Pronto a giocarsi tutto in favore della verità del costo e del valore di quel terreno ‘incriminato’.
La contro-relazione di associazioni e comitati
Questo tecnico ha allegato, a corredo della sua relazione, finita sulle scrivanie dei vari magistrati, copia cartacea delle trattative immobiliari recenti che hanno avuto luogo in quella stessa zona di riferimento negli ultimi anni. E sono molte, le trattative finite sotto la lente delle indagini.
Tra queste figura niente meno che quella relativa all’acquisto del terreno su cui oggi sorge il capannone locale con la sede Amazon, che si trova proprio di fronte al terreno prescelto da Gualtieri e soci (Acea, Suez, etc) per il suo mega forno brucia rifiuti.
Ma anche un capannone (e relatiovo terreno) con la sede della stessa Acea, che si trova a poche centinaia di metri. Questi terreni, con medesima destinazione, sono stati pagati una vera inezia, rispetto a quello su cui puntano Gualtieri, Ama ed Acea.
Ma vi sono tanti altri casi di compravendite immobiliari, recenti, in quella stessa zona, che mostrano un valore di massima decisamente, sproporzionatamente più basso dei terreni d’area.
La cosa davvero singolare è che Ama si è fidata ciecamente – e affidata – a professionisti privati che avrebbero quindi gonfiato il prezzo, ignorando tali compravendite, al contrario di quanto si fa in casi di valutazioni immobiliari del genere.
Quei tecnici attivi tra Lanuvio, Albano, Anzio e Roma
Tecnici attivi tra Lanuvio, Anzio e Albano. Ma non solo. Una ‘strana’ – così sostengono i cittadini – perizia valutativa di quel terreno che conferma il prezzo faraonico sarebbe stata redatta anche dalla Geco srl di Roma. A quale titolo? Lo dovranno scoprire i magistrati.
Tutti questi tecnici – lo ripetiamo, di Lanuvio, Albano, Anzio e Roma- erano impegnati a sostenere un prezzo del terreno da capogiro. La domanda sorge spontanea: per favorire chi? Si chiedono i cittadini. Qualcuno di loro sussurra un nome: ‘Manlio Cerroni’, il re dei rifiuti di Roma e dintorni. Proprietario della discarica di Albano che so trova, in effetti, a pochissimi metri di distanza.
Almeno questo – lo ripetiamo – è quanto sostengono le associazioni e comitati, allegando però agli atti prodotti ai magistrati tutte le perizie private ad uso e consumo di Ama.
Inchiesta per danno erariale
Risultato? Accanto all’inchiesta penale ve ne è anche una contabile per presunto danno erariale. Meno di dieci ettari di terreno sono stati del resto acquistati a 7 milioni e 700mila €. Quasi 800 euro al metro quadrato. Un vero sproposito.
I cittadini hanno indicato tnella loro querela anche i nomi di vari dirigenti Ama che non si sarebbero accorti, prima di deliberare in CDA l’acquisto di quel terreno, del sovrapprezzo.
Circa 5 milioni di euro di danno erariale (sempre presunto) per le casse pubbliche e prima di tutto per quelle di Ama che quel terreno ha rilevato due anni fa.
In campo vi sono anche altri esposti, oltre alla querela delle associazioni predette. Quello di Virginia Raggi e Carla Canale (M5S) e infine quello del consigliere Fabrizio Sartori, in quota Lega.
Leggi anche: