De Angelis, come riportano le agenzie, risulta indagato dai pm della DDA di Roma nella maxi inchiesta ‘Tritone’ insieme ad altre quattro persone, tra cui un ex assessore e tre consiglieri comunali.
Al centro dell’attività di indagine presunti illeciti avvenuti in occasione delle elezioni amministrative del 2018: si parla in particolare di voto di scambio politico-mafioso.
L’operazione Tritone ad Anzio e Nettuno
L’inchiesta, nel febbraio 2022, aveva portato all’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre 60 persone accusate anche di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ai vertici di due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ‘ndrine, c’erano Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace.
In base a quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta puntavano a ‘colonizzare’ il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti.
Nell’ambito del procedimento sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno, il Gup di Roma in abbreviato, riconoscendo l’accusa di associazione di tipo mafioso nel febbraio dello scorso anno ha condannato a 20 anni tra gli altri, Bruno Gallace, Vincenzo Italiano, Gregorio Spanò e Fabrizio Schinzari e ha rinviato a giudizio un’altra trentina di imputati il cui processo con rito ordinario è in corso a Velletri.
“Commistione preoccupante”
Spiega la senatrice Enza Rando del Partito Democratico, componente della commissione Antimafia:
“Il quadro accusatorio rafforza l’immagine di una commistione tra politica e organizzazioni criminali dopo lo scioglimento per mafia del comune del litorale romano deciso nel novembre del 2022”.
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