La segnalazione era partita il 14 settembre 2023 da parte dell’attivista del Movimento 5 stelle Andrea Ragusa. Questi segnalava al settore Lavori Pubblici del Comune di Aprilia la situazione di possibile pericolosità rappresentata dall’inferriata tra la scuola Gramsci e il terreno confinante. Non è chiaro se la proprietà, essendo privata, era titolata a intervenire o se l’amministrazione comunale si sarebbe potuta sostituire sostenendo anche i costi dell’intervento.
Il primo intervento
Un primo intervento si limitò al taglio di un albero e a due transenne, come spiega Ragusa. «L’inferriata che costeggia il marciapiede già allora era fortemente inclinata. L’intervento del Settore si limitò al taglio dell’albero, cresciuto all’interno del giardino della scuola che, adagiandovisi, aveva fatto inclinare l’inferriata, e al posizionamento di due transenne».
Altri interventi non sono stati eseguiti. E questo nonostante la possibile pericolosità per i passanti. Ogni giorno sono numerosi gli studenti e i loro accompagnatori che transitano per quello stretto marciapiede, quasi a toccare l’inferriata.
Per questo motivo lunedì 20 maggio Ragusa ha nuovamente scritto, stavolta al Dipartimento di Prevenzione della Asl, ai Vigili del fuoco e alla prefettura. Nello scritto chiede di «valutare se esistesse una pericolosità per l’incolumità di persone, cose o animali».
La seconda segnalazione
A seguito della seconda segnalazione, qualcosa si è mosso, come racconta l’attivista.
«A distanza di un giorno è stata delimitata l’area, includendo anche non solo l’inferriata e tutto il marciapiede ma anche una porzione di strada e vietando così al transito dei pedoni e alla sosta delle auto la zona interessata dal possibile crollo dell’inferriata».
«Fortunatamente con la segnalazione, ed il rapido intervento degli Enti destinatari della segnalazione, si è messa la parola fine ad una situazione che si sarebbe potuta concludere spiacevolmente per qualcuno se quell’inferriata fosse crollata senza che si fosse preventivamente intervenuti, almeno ad interdire l’area interessata».
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