Lunedì 29 luglio la delibera è passata a maggioranza e già nel primo pomeriggio la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni ha iniziato i relativi sopralluoghi.
I due immobili saranno concessi all’università per la durata di trent’anni. Previsto un canone annuo di circa 86.000 euro per l’ex Banca d’Italia; circa 50.000 per il Ruspi, ex spazio espositivo-culturale.
Ha dichiarato il sindaco di Latina Matilde Celentano:
“Lo scopo di questa operazione è quello di fare di Latina una vera e propria città universitaria”.
Parte degli spazi dell’ex Banca d’Italia resteranno nelle mani del Comune. Vi saranno trasferiti gli uffici al momento siti nel palazzo ex Pegasol, per i quali il Comune paga da tempo importanti canoni di locazione.
Il sopralluogo, aperto alla stampa, è stato l’occasione per rinfrescare la memoria di questi due luoghi storici, in particolare del Garage Ruspi, chiuso da anni, nonostante l’ultimata ristrutturazione.
Accedere all’ex Banca d’Italia ha dato modo a molti, più o meno inconsapevoli, di realizzare per quanto tempo la città si sia privata di uno spazio tanto grande, attrezzato e prestigioso, facendo sorgere non poche perplessità circa la sua assegnazione a La Sapienza.
Le dichiarazioni della Rettrice Polimeni
Rassicura la Magnifica Rettrice in conferenza stampa:
“Vogliamo rendere Latina la Silicon Valley del chimico-farmaceutico“.
Rivolge poi queste parole agli studenti presenti, tanti, assiepati nella sala De Pasquale:
“L’acquisizione di questi spazi è solo funzionale a un progetto di medio termine, ma vuole anche essere una camera di compensazione per diminuire i disagi che sappiamo avete avuto”.
Risposte ancora vaghe circa i tempi di riconversione e apertura degli spazi; .
Gli iscritti al polo pontino quest’anno sono in tutto 4.140: poco più della metà originari di Latina e provincia; molti dalla Campania (384), dalla Sicilia (252), dalla Puglia (89).
L’impressione è che si sia parlato tanto di mercato del lavoro, ma poco di cultura e di vivibilità: due temi caldi per la città.
Latina è “a misura di studente”?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni giovani presenti, iscritti alla facoltà di scienze infermieristiche.
Racconta Christian:
“Un giovane a Latina è già in difficoltà nella vita di tutti i giorni. In termini di svago e servizi principalmente. L’università mi rimane comoda, risiedendo in centro, ma so di essere privilegiato. Gli insegnamenti rimangono comunque di qualità.
Penso comunque di laurearmi e andarmene, per via della situazione nazionale oltre che locale”.
Aggiunge Valeria:
“Noi di infermieristica ci troviamo spesso a fare lezione a economia. La paura è che l’aggiunta di corsi crei una situazione ancora più confusionaria. Si aggiunge il discorso “alloggi”, difficili da trovare. Se si trovano, in condizioni vergognose: spazi angusti e prezzi esorbitanti per il servizio offerto.
Si trovano generalmente nei quartieri più problematici della città.
Va bene crescere, ma bisogna essere pronti a farlo, altrimenti rischiamo di essere investiti da un’onda che non sappiamo controllare”.
Racconta Angela, fuori sede:
“Il problema principale è che non abbiamo aule: una settimana in DAD e una in presenza. Durante il covid poteva andare bene, ma adesso non più. Meritiamo un servizio completo. Rinforzare prima di rinnovare è la scelta giusta. Circa l’alloggio, è una continua corsa contro il tempo. Dobbiamo monitorare costantemente prezzi e posti. Quando arriveranno gli altri studenti?”.
Lunedì 29 luglio 2024: sicuramente un giorno storico per Latina che dà continuità al percorso di crescita e sviluppo immaginato per il polo universitario pontino dal 1990, anno in cui venne inaugurato il primo corso di economia in città.
Il sindaco Celentano conclude con queste parole il suo intervento di oggi in conferenza stampa:
“Questo investimento è frutto di una visione futura di città. Io voglio una città per i giovani”.
Latina freme per questo accordo Comune-Sapienza, conservando però un pizzico di timore. Sarà all’altezza di questa nuova sfida?
LEGGI ANCHE:
Ma Latina sa davvero cosa pensano della città i suoi giovani? Li abbiamo ascoltati