Sembra il remake dello storico film “I soliti ignoti”, ma è tutto vero.
La Polizia arresta 6 italiani
Sei uomini di età compresa tra i 52 e i 76 anni, tutti di nazionalità italiana, hanno dimostrato che l’arte del crimine non ha età.
Con la maestria degna di vecchie volpi del mestiere, hanno messo a segno due colpi in altrettante gioiellerie romane, una in zona Prati e l’altra in zona Viminale.
Un lavoro pulito, si direbbe, se non fosse che la Polizia di Stato stavolta è stata più furba delle volpi e ha stretto le manette.
Al termine di un’indagine condotta con la Procura di Roma, il GIP ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per quattro dei sei audaci protagonisti, mentre i rimanenti due dovranno accontentarsi del comfort domestico degli arresti domiciliari.
Di questa “banda del buco”, ben sei sarebbero coinvolti nel colpo di Viminale, mentre uno di loro deve aver preferito la tranquillità della poltrona durante l’operazione in zona Prati, condotta solo da 5 uomini.
La tecnica della “banda del buco”
Le due imprese, quella di Prati e del Viminale, sono state realizzate tra gennaio e marzo 2023 e portano il marchio di fabbrica di una banda che evidentemente ama la precisione, la discrezione e i buchi nei pavimenti.
Gli investigatori del Commissariato Viminale, con la tenacia degna dei migliori detective, hanno subito notato le somiglianze tra i due furti: stessa tecnica, stesso buco strategico scavato con la precisione di un chirurgo.
Il piano era semplice ma efficace.
Individuare a Roma una gioielleria sotto un hotel o stanza da affittare. Prenotare la stanza al primo piano della struttura ricettiva, praticare un buco nel pavimento, calarsi con una corda nella gioielleria sottostante e svuotare le vetrine.
Un bottino di 50.000 euro al primo colpo, e altri 60.000 al secondo.
La Polizia più furba dei ladri
Ma le indagini della Polizia hanno subito individuato delle falle in questi piani che i ladri credevano ‘perfetti’.
Le telecamere di sorveglianza hanno infatti immortalato le auto utilizzate per la fuga, una Volkswagen Golf e una Fiat Punto, entrambe intestate a due dei protagonisti della vicenda.
Gli investigatori, però, non si sono fermati qui: analisi dei tabulati telefonici, confronto delle immagini di videosorveglianza e ulteriori accertamenti hanno permesso di unire i puntini e smascherare la banda.
Stavolta gli autori non hanno avuto la fortuna di Peppe er pantera, Ferribotte e Capannelle e rimanere “I soliti ignoti“.
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