I sindacati di categoria sono ormai “all’ultima spiaggia” è hanno deciso di fare sul serio.
Stabilimenti Balneari, il caos delle norme sui bandi
Al momento la situazione è incertissima. Le concessioni balneari nei vari comuni marittimi di tutta Italia scadono a fine anno. A seguire dovrebbero esserci i bandi a decidere chi potrà operare nella stagione balneare successiva.
Ma qui ogni Comune farà a modo suo. Non c’è una regolamentazione a livello nazionale e si rischia un caos totale.
Innanzitutto è facile supporre che tutte le migliaia di stabilimenti balneari d’Italia che verranno esclusi faranno ricorso ai vari Tribunali Amministrativi Regionali. Una valanga di ricorsi.
I sindacati si spingono oltre: ” Arriveremo fino alla Corte di Giustizia Europea, se c’è bisogno”.
Dito puntato contro il Governo e il Parlamento anche da parte di Comuni e Regioni che si troverebbero a dover fronteggiare la furia dei balneari senza alcuna specifica direttiva di comportamento.
Sciopero: ad agosto i balneari chiudono gli ombrelloni
E cosi i 2 sindacati dei balneari più rappresentativi, Confesercenti e Confcommercio, hanno deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica con uno sciopero davvero particolare:
venerdì 9 agosto gli ombrelloni saranno tenuti chiusi la mattina fino alle ore 9,30. E se il Governo e il Parlamento andranno in ferie senza aver deciso alcun intervento legislativo per la categoria, lo sciopero si ripeterà: Gli ombrelloni saranno tenuti chiusi lunedì 19 agosto fino alle ore 10,30.
Per quelle aziende che non hanno gli ombrelloni, ma tende o altre forme di ombreggio – specificano gli organizzatori dello sciopero – il ritardo riguarderà l’allestimento delle attrezzature di spiaggia (lettini e sdraio).
È possibile che alla protesta si uniscano anche altre sigle sindacali.
I sindacati puntano il dito contro Governo e Parlamento
Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, ha dichiarato:
“Governo e Parlamento non hanno emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il nostro lavoro e le nostre aziende.
Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti non solo da noi, ma anche da Comuni e Regioni di ogni orientamento politico. La messa a gara delle nostre aziende non è una eventualità ma una realtà, lo hanno già fatto decine di Comuni senza direttive legislative e con modalità diverse, perlopiù in assenza di alcuna tutela dei concessionari attualmente operanti.
È lo scenario peggiore che gli imprenditori balneari potessero avere. Di fronte a tutto questo è impossibile restare in silenzio, ma doveroso protestare. Nell’interesse non solo delle nostre famiglie, ma anche del Paese che ha la necessità di salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo”.
Riguardo allo sciopero Capacchione aggiunge:
“Riteniamo che questa possa essere una iniziativa che abbia la massima efficacia con il minimo di disagio per la clientela.
L’8 agosto, poi, comunicheremo ai clienti le ragioni della nostra protesta con volantini, manifesti e la lettura di un comunicato tramite gli altoparlanti. Saranno possibili anche altre forme di mobilitazione con le quali manifestare la nostra protesta.
L’importante è agire. Non vi è chi non veda che sarebbe profondamente sbagliato, a questo punto della situazione, non fare nulla e attendere gli eventi.
È una iniziativa doverosa di fronte a una irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica e del Governo, nessun esponente politico, infatti, ha contestato che si tratti di un’azione sindacale ampiamente giustificata”.
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