La donna è stata ascoltata al tribunale di Latina. È una dipendente dell’azienda agricola dove anche Satnam Singh lavorava. La donna è comparsa davanti al gip Giuseppe Cario per ricostruire quanto accaduto quel pomeriggio del 17 giugno 2024. Ora risulta iscritta nel registro degli indagati per omissione di soccorso.
La ricostruzione non coincide
Queste le parole dell’avvocato di parte civile Gianni Lauretti: «Alcuni dettagli sono stati raccontati in maniera diversa, anche se i fatti sono quelli. Non può esserci una versione opposta. È stata sentita come indagata di procedimento connesso. Non sappiamo qual è il reato, ma tutto lascia immaginare che si tratti di un’omissione di soccorso, essendo lei presente sul posto».
La donna è stata infatti ascoltata alla presenza del suo legale, l’avvocato Roberta Verzicco, dopo che in un primo momento aveva rifiutato di essere ascoltata dagli avvocati di Lovato: secondo quanto dichiarato da Lauretti, perché avrebbe «sentito le pressioni dell’ambiente, e per questo preferiva non rilasciare dichiarazioni ai difensori».
Leggi anche: Latina, “effetto Satnam”: raddoppiano le assunzioni dei braccianti nei campi
La versione dell’accusato
Come spiegato invece dagli avvocati di Antonello Lovato, in carcere con l’accusa di omicidio volontario con il dolo eventuale per aver abbandonato il lavoratore davanti casa con un braccio amputato, la versione offerta dalla supertestimone nel corso dell’incidente probatorio è in contrapposizione con quanto dichiarato da Soni, la moglie della vittima.
Secondo la dipendente indagata, il bracciante non avrebbe perso sangue dal braccio, bensì dalla bocca. Inoltre, Satnam avrebbe toccato autonomamente il macchinario avvolgiplastica, che poco dopo gli ha staccato l’arto, mentre Antonello Lovato gli avrebbe detto di non farlo.
Infine, la testimone ha anche aggiunto che sarebbe stata la moglie di Satnam a chiedere di essere accompagnata a casa con lui.