Loro sono alcune delle 65 persone che non hanno risposto all’invito di Rete Ferroviaria Italiana a presentarsi a Roma per firmare le “immissioni in possesso” delle particelle destinate a ospitare il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Nettuno, un’opera da 13 milioni di euro affidata alla Salcef della famiglia Salciccia.
Gli accordi di esproprio
80 proprietari lo scorso mese di dicembre sono andati a Roma per sottoscrivere l’accordo e riscuotere i soldi degli espropri.
A fronte dei ‘presenti’, ci sono però 23 particelle i cui titolari, in totale 65 persone, non hanno dato riscontro alle lettere inviate da Rfi.
Persone che perlopiù hanno solo lembi di terra, persone nate nel 1902 o nel 1903 e che si presume siano dunque già defunte da un pezzo.
Ma tra gli assenti spiccano anche alcune famiglie che hanno mille metri di terreno da dover cedere e che dovrebbero avere in cambio circa 12mila euro. Anche loro non si sono fatte sentire.
I casi limite: in 15 devono dividersi 175 euro
Tra i casi che spiccano maggiormente c’è una particella di 28 metri quadrati intestata a 15 persone, probabilmente frutto di una eredità: a loro spettano in totale 175 euro, vale a dire 11 euro e 60 centesimi ciascuno.
C’è però anche un 57enne dei Castelli che, insieme alla figlia 22enne, dovrà riscuotere 6.829 euro per i loro 405 metri quadri di terra.
A un 56enne a cui è intestata una particella di 1080 metri quadri spettano 13.217 euro: anche lui però non si è fatto vivo.
Per 91 metri quadrati di terreno un uomo di 58 anni ha ottenuto 23.618 euro, probabilmente perché c’è un manufatto da demolire.
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I soldi di queste persone sono pronti, come sono disponibili anche i soldi destinati a un gruppo di cinque fratelli e sorelle tra i 91 e i 98 anni a cui spetterebbero 5.600 euro. Difficile pensare che siano tutti viventi.
Ma non è stato mai fatto il passaggio di proprietà con i discendenti.
Per questo la Regione Lazio ha dovuto prendere atto che “le ditte, nei termini di legge, non hanno manifestato alcuna accettazione formale, e pertanto le indennità offerte sono da ritenersi non accettate”.
Le mancate firme per legge non bloccano però il proseguo dell’opera. I terreni risultano espropriati e i lavori per posare il secondo binario tra Aprilia e Campoleone proseguono.
Ciononostante i soldi saranno accantonati nel caso in cui i legittimi destinatari dovessero reclamare quelle indennità in un secondo momento.