Il 23 settembre c’è stata una nuova udienza al Tribunale di Velletri, davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Artusi, dove il Pubblico Ministero Giovanni Musarò ha usato parole durissime.
L’appoggio della ‘ndrangheta per le elezioni ad Anzio e Nettuno
«Diversi politici di Anzio e Nettuno hanno chiesto l’appoggio della ‘ndrangheta», ha spiegato il Pubblico Ministero.
«Ad Anzio quelle del 2018 erano le prime elezioni in cui non si candidava Pasquale Perronace. In questa indagine abbiamo accertato che Giacomo Madaffari aveva voce in capitolo sulla scelta dei candidati e che Davide Perronace è colui che media tra la candidatura di Giuseppe Ranucci e quella di Laura Nolfi. Noi abbiamo rappresentato tre momenti storici della campagna elettorale e il momento in cui la ‘ndrangheta passa all’incasso. Volendo fare una sintesi c’è il dato della consapevolezza di molti politici di Anzio e Nettuno per i quali la ‘ndrangheta è determinante per le elezioni».
Capitolo a parte sulla questione della trasparenza amministrativa. «Voi consultando il portale di ‘Anzio Trasparenza‘ non saprete mai quanto tempo è stato consigliere o assessore ad Anzio Pasquale Perronace. Qui si è dimostrata l’esistenza e l’operatività di una locale in Anzio e Nettuno».
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Le talpe nelle forze dell’ordine
«Noi avevamo indagato sui Gallace prima e non usciva niente. Abbiamo riaperto le indagini nel 2018 dando ordine di non comunicare in alcun modo con la territoriale», ha aggiunto il pm. «Gli imputati si sono dimostrati capaci di procurarsi notizie dalle forze dell’ordine. Alcuni ufficiali di polizia giudiziaria hanno rapporti patologici con gli imputati. Ad Anzio e Nettuno sembra di stare in Calabria».
L’omicidio di Luca Palli
«Prendiamo la vicenda del delitto di Luca Palli: mentre Patrizio Forniti e i suoi sodali stanno per organizzare la rappresaglia, un carabiniere infedele avvisa Giacomo Madaffari e gli chiede di avvisare Forniti che se uccide gli assassini di Palli sarà arrestato».
