Uno dei primissimi possibili decreti da firmare che il Governo Renzi trova pronto sul proprio tavolo riguarda le indicazioni della Commissione Finanza e Tesoro del Senato della Repubblica per quanto riguarda la riscossione delle tasse dovute dalle aziende, in particolare quelle in difficoltà. Un documento, questo del Senato, che aveva prodotto già da giugno 2013 alcune importanti norme che cercavano di aiutare gli imprenditori in difficoltà. Tre, in particolare, i punti che erano stati introdotti dal cosiddetto “Decreto del fare” del governo Letta (vedi box sotto).
La premessa da cui si parte è quella che vede due esigenze teoricamente divergenti:
– da una parte l’esigenza di “alleviare o evitare ulteriori difficoltà alle aziende che fronteggiano le conseguenze della crisi, orientando l’azione della riscossione in un’ottica di medio periodo, finalizzata alla ricostruzione della capacità produttiva e reddituale dell’azienda” e quindi anche alla sua capacità di pagare quelle tasse che in una situazione di reale difficoltà diventa impossibile onorare;
– dall’altra parte c’è l’esigenza dello Stato di dover “garantire l’efficacia del sistema della riscossione coattiva, senza il quale verrebbe meno un corretto funzionamento di un sistema fiscale incentrato sull’adempimento spontaneo”. E la tenuta degi incassi tributari è alla base della tenuta dei conti pubblici.
Con queste premesse e vista la crisi perdurante, sembra esserci davvero poco spazio di manovra. Ma qualcosa si può, anzi si deve certamente fare per non veder collassare aziende e fisco.
IL ‘PATTO DI LIQUIDITÀ
Usare le tasse come strumento di finanziamento alle aziende
Una proposta davvero importante, quasi rivoluzionaria, con la quale l’azienda in crisi, e che naturalmente non ha possibilità di avere accesso al credito, finanzia la propria ripresa con gli stessi soldi delle tasse che dovrebbe versare allo Stato. è prassi infatti adottata da molte aziende oggi utilizzare le imposte, soprattutto l’Iva, come strumento di finanziamento della propria attività: in pratica si dichiara l’Iva che si dovrebbe versare allo Stato, e quindi non si falsifica il bilancio, ma l’importo non viene pagato nei tempi dovuti, ottenendo così una liquidità altrimenti non disponibile. Intanto l’ente preposto al controllo della regolarità fiscale inizia l’iter di accertamento e quando arriva l’avviso bonario l’azienda richiede una rateizzazione del debito. Oggi dietro questa procedura c’è ancora l’assunto che l’azienda stia evadendo, infatti se prima dell’avviso bonario arriva una verifica si viene trattati come evasori fiscali con l’applicazione di onerose sanzioni. La proposta è quella di introdurre un “Patto di liquidità” dove il contribuente, dimostrati i problemi finanziari dell’azienda, si impegni all’atto della presentazione della dichiarazione fiscale (Modello Unico, 770, Autoliquidazioni Inail, ecc…) ad estinguere il debito tributario massimo entro 24 mesi, senza incorrere in sanzioni ed interessi di mora. Questo sempre a patto che l’azienda rispetti i criteri di congruità e coerenza imposti dagli studi di settore.
RATEIZZAZIONI CURATE DAI COMMERCIALISTI
Per le aziende rateizzazioni più facili e meno costose
I professionisti abilitati potrebbero avere la possibilità di inserire direttamente le domande di rateizzazione in un sistema telematico grazie al quale l’Agente di riscossione avrebbe solo il compito di fornire un veloce nulla osta. Il servizio sarebbe remunerato ai professionisti con parte del compenso oggi riconosciuto ad Equitalia, evitando così alle aziende di dover pagare (come avviene oggi) un doppio compenso: l’aggio dovuto a Equitalia e parcella dei professionisti che curano la pratica.
MORATORIA NEI CASI DI ACCERTATA DIFFICOLTà
2 anni di sospensione dei pagamenti
In caso di ricorso contro il ruolo da parte dell’Azienda, oggi la sospensione della riscossione può essere disposta solo fino alla data della pubblicazione della sentenza. La proposta al Governo è quella di permettere alle aziende in comprovata difficoltà una moratoria di almeno 2 anni, svincolata quindi dalla data della pubblicazione della sentenza. La richiesta di moratoria può essere coordinata con la rateizzazione dei pagamenti.
FACILITARE IL PAGAMENTO DELLE IMPOSTE
Più sportelli e flessibilità nelle rate
Il Senato propone al Governo di costruire un network di sportelli atti all’incasso, potenziando le convenzioni con Lottomatica, Sisal, Coop e Poste Italiane per favorire il pagamento delle cartelle erariali. Inoltre si potrebbe introdurre la possibilità del contribuente che sta pagando una rateizzazione di optare, al posto della rata costante, per un sistema flessibile secondo le disponibilità. In pratica resta ferma la data di scadenza delle rate, ma l’importo di ogni singola rata posso modularlo, entro certi limiti, fermo restando che alla scadenza dell’ultima rata il debito deve essere interamente pagato.