In una lunga lettera, l’Associazione ricorda l’odissea iniziata tre anni fa con il trasferimento delle botteghe dall’ex Claudia, oggetto di lavori di ristrutturazione, all’autoparco di viale Europa dove i locali non erano stati adeguati alle richieste degli stessi carristi. Il trasferimento fece di fatto saltare il carnevale 2015, quando sfilò solo un carro frutto della sinergia di tutti i carristi che concentrarono il loro lavoro su quello che era il progetto didattico adottato dalle scuole, “Becco di rame”.
“Terminato le giornate di sfilata del Carnevale 2015, chiedemmo all’amministrazione di ultimare i lavori di adeguamento dei nuovi locali ma, di contro, non ci fu data nessuna risposta – si legge ancora nella lettera –. Ancora pazienti e collaborativi, allora, avanzammo l’idea di chiedere il materiale occorrente alla realizzazione dei Box che, considerate le nostre “maestranze”, avremmo realizzato in proprio. In risposta, nonostante ci fosse stata data ampia rassicurazione in merito alla fornitura del materiale, ci pervennero solo i blocchetti, per cui, dopo aver avuto un incontro con il Sindaco, con il quale si concordò la cifra occorrente per l’acquisto dei materiali, cifra che avremmo dovuto anticipare noi e che, rassicurazioni del Sindaco, ci sarebbe stata rimborsata, da parte dell’Amministrazione, sempre ché supportata da documentazione fiscale. Fummo, purtroppo, costretti a finanziare l’acquisto del resto del materiale a nostre spese, il tutto debitamente documentato da ricevute/fatture, in quanto, la realizzazione dei box, era diventata prioritaria, anche a seguito di furti e rotture che avevamo subito da quanto ci eravamo trasferiti nei nuovi locali”.
Riunioni e rassicurazioni, spiegano ancora i carristi, che tuttavia non si sono tramutati in fatti concreti. Tanto che per il carnevale 2016, anziché anticipare il 70% del contributo a parziale copertura delle spese come promesso, il Comune ha erogato neanche il 30% di acconto. Da allora più nulla.
“È passato tutto il tempo messo a loro disposizione, ma ad oggi non ci è pervenuto nemmeno un segnale che ci facesse riaprire un barlume di speranza. Noi carristi non ci aspettiamo applausi o chissà quale riconoscimenti per quello che facciamo ma nemmeno essere ignorati e peggio ancora sfruttati. La nostra conclusione è che siamo rammaricati e allo stesso tempo pieni di rabbia”.