In un momento in cui c’è chi avanza in Parlamento la proposta di vendere le spiagge ai privati, è di fatto passata in sordina una notizia che potrebbe “rivoluzionare” progetti in itinere quali quelli che riguardano i cosiddetti “Punti Blu” che stanno fiorendo sugli arenili di molte regioni italiane, dove viene autorizzato ai privati il noleggio di lettini e ombrelloni. Ora, però, ci potrebbe essere una rivisitazione di questi progetti, se non un blocco, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, di parere negativo, che riguarda un caso scoppiato ad Ardea e che si sta trascinando da qualche anno. Al centro della questione, il ricorso presentato dalla società “La Cannuccia” che rivendicava il “possesso” – per dirlo in parole povere – del tratto di arenile per il quale il Comune di Ardea aveva dato un permesso ad affittare per l’appunto sdraie e quant’altro laddove già gestiva un chiosco/bar. Una vicenda complessa. La Cannuccia aveva impugnato la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio 6 marzo 2009 che aveva respinto il suo ricorso contro l’atto del dirigente del settore Demanio marittimo dell’ente locale, che revocava la concessione aggiuntiva che autorizzava all’occupazione di una superficie di 1990 m2 sull’arenile davanti al chiosco. L’appellante contestava le argomentazioni della sentenza del Tar sostenendo che “la convenzione avrebbe avuto durata stagionale (essendo stata la sua efficacia temporale limitata alla stagione balneare 2008) e che, pertanto, sarebbe rimasto integro in relazione agli anni a venire il suo interesse all’impugnativa, la cui fondatezza risultava vieppiù avvalorata dalle previsioni del sopraggiunto piano di utilizzazione dell’arenile, che avrebbe consentito ampliamenti degli originari titoli concessori, quantomeno per gli stabilimenti balneari (quali appunto quello in titolarità dell’appellante) soggetti a rinascimento”. Di diverso parere il Consiglio di Stato, che ha sentenziato che l’appello de “La Cannuccia” è infondato e va respinto in quanto, come detto dal Comune di Ardea: “appare dirimente osservare che l’odierno appellante non ha mai ottenuto una concessione demaniale per l’esercizio di uno stabilimento balneare sull’arenile ovvero per gestire una spiaggia libera attrezzata. La concessione demaniale rilasciata dal Comune di Ardea il 16 maggio 2003 abilitava l’odierno appellante alla occupazione di un’area demaniale di mq 880 per mantenervi “un chiosco-bar, trattoria, cabine, docce, bagni, parcheggio, tettoia e magazzino nonché di noleggiare attrezzature balneari”. Pertanto, anche se “La Cannuccia” asseriva che la sua struttura fosse assimilabile alla categoria dello “stabilimento balneare” o, in subordine, a quella della “spiaggia libera attrezzata”, per il Consiglio di Stato questo non è possibile perché il titolo rilasciato “non ricomprendeva la concessione dell’arenile”.
22/11/2013