L’esproprio, avvenuto negli anni sessanta, non si era mai perfezionato ed i proprietari di quelle porzioni di centro storico avevano fatto causa al Comune perché iscrivesse quelle strade al proprio patrimonio immobiliare, visto che i legittimi proprietari pagavano ancora le tasse su quei lotti.
Ora il Consiglio di Stato, ribaltando una precedente sentenza del Tar, ha stabilito che l’amministrazione comunale non deve pagare nulla.
Il Tribunale amministrativo avrebbe commesso un errore nel dare ragione ai proprietari dei terreni. “Il Tar avrebbe ritenuto pendente un procedimento espropriativo mai avviato ed avrebbe erroneamente imposto all’Amministrazione un obbligo di acquisizione onerosa in realtà insussistente, difettandone il presupposto dell’occupazione sine titulo e della volontà contraria del privato”, si legge nella sentenza del Consiglio di Stato. Che aggiunge: “i terreni richiamati nell’istanza risultano essere sedi viarie tracciate già nel Programma di Fabbricazione (strumento di pianificazione antecedente all’entrata in vigore del Piano regolatore Generale) in forza del quale sono state programmate le realizzazioni degli immobili serviti dalla viabilità stessa, senza la realizzazione della quale non sarebbe potuta avvenire la programmazione degli stessi”. Non solo: “non è necessario alcun atto di pianificazione atteso che l’area risulta essere interamente urbanizzata e consolidata già dagli anni ’70 e precedenti”;
UN ESPROPRIO DI 54 ANNI FA
Il consiglio comunale, con delibera del 3 giugno 1964 decise l’acquisto di quei terreni, un totale di 435 metriquadri pagati duemila lire al metroquadro. Totale: 870 mila lire. Tuttavia non furono mai fatti gli atti ufficiali, compreso l’esproprio. La stessa cosa successa per il Parco dei Mille, oggi intitolato ai magistrati uccisi dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Quei terreni erano di proprietà della famiglia Cossettini, poi passati agli eredi. Persone che ancora oggi pagano l’Imu su quei terreni non più nelle loro disponibilità, ma dei quali sulla carta sono ancora proprietari.
INUTILI TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
Gli eredi Cossettini da anni stanno tentando di cedere al Comune quei terreni. Dapprima tentando la strada del dialogo, poi passando alle carte bollate. Cause su cause, almeno per vedersi riconosciuto il diritto di non dover più pagare le tasse su strade non loro. Il 16 dicembre 2015 il tar ordinò al Comune di Aprilia di perfezionare quell’esproprio di 51 anni prima e scrivere la parola fine su quella vicenda. Il Comune ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, che ora gli ha dato ragione. Nel frattempo, tuttavia, in forza della sentenza del Tar del 2015 la Regione Lazio a febbraio 2018 nominato un commissario incaricato di andare al Comune e provvedere con le pratiche di esproprio e stabilire la cifra che andava corrisposta agli eredi. Una procedura che decade automaticamente essendo stata annullata la sentenza di primo grado.