LE BOTTEGHE ‘MUSEO’ DI ALBANO
Sono una infinità le storie avvincenti che si rincorrono l’una all’altra nel nuovo libro-inchiesta di Maurizio Bocci. Storie che raccontano di botteghe e famiglie divenute icone dell’intera comunità albanense. Tanti i volti e i nomi che sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo di Albano e, almeno in alcuni casi, anche dei comuni limitrofi. L’indimenticabile Francesco ‘Checchino’ Sannibale, il bottaio di piazza Pia, la cui arte manuale si perde nella notte dei tempi, fondatore dell’antica officina gestita ancora oggi dal pronipote Alfredo. Il coraggio della famiglia Bianchini, quella dell’oreficeria del corso, che durante la II guerra mondiale ha salvando molti albanensi dalla deportazione in Germania. L’umanità di Lorenzo ‘Brillo’ Turoli del forno presente ancora oggi nel cuore del quartiere Cellomaio, che metteva a disposizione delle donne il suo forno a legna (la cosiddetta soccia) in modo che potessero impastare il pane in casa e poi portarlo a cuocere nel ‘forno pubblico’ e risparmiare qualche centesimo. La simpatia di Duilio Bomprezzo, il gelataio ambulante che si aggirava col carretto tra Albano, Ariccia, Genzano e Castel Gandolfo per vendere le sue squisite creme. Sesta, la lattaia e staffetta partigiana, che ha fondato l’omonima catena di bar, che con la scusa di andare a prendere il latte nelle stalle del padre riforniva di vettovaglie e di armi i combattenti antifascisti nascosti nella zona di Monte Savello. L’intuito commerciale di Federico Gasperini e il negozio di tessuti pregiati, punto di riferimento commerciale del Lazio sud, oggi fratelli Fioravanti. L’antica tabaccheria Bianchi-Cagnoli e la storia del matrimonio che in città fece scalpore perché celebrato con grandi fasti, sulla falsariga di quello di Vittorio Emanuele III. La storia incredibile di Antonio Velletrani, il fabbro di via Albalonga. La commovente vicenda familiare della Farmacia Centrale, su corso Matteotti, inaugurata nel 1930 dal dottor Vito Foligno, oggi gestita dal nipote Alessandro De Marchis, che si intreccia con le vergognose leggi razziali, alla cui famiglia in Israele è dedicato un “albero dei giusti”. La Caffetteria Carone, la più antica di Albano, ancora in attività fondata nel lontano 1893 da Roberto Carones, insieme alla moglie Augusta, in un locale dove oggi c’è la profumeria Terriaca, che ha ricevuto gli apprezzamenti di re Umberto e del sommo poeta romano, Carlo Alberto Salustri, più conosciuto come Trilussa.
«100 ANNI DI UMANITÀ»
«L’idea di scrivere questo libro – rivela a Il Caffè Maurizio Bocci – è nata durante le premiazioni annuali del CNA Castelli Romani, nell’ambito del ‘Premio Antiche Botteghe: un patrimonio di Albano Laziale’. Prima delle premiazioni, ero solito intervistare i commercianti di Albano, spesso figli, nipoti o pronipoti dei fondatori delle antiche botteghe-museo. Dietro ad ognuna di queste lunghe storie commerciali si nascondono aneddoti avvincenti, toccanti ed emozionanti. In quattro anni, ho raccolto una infinità di materiale. Poco dopo, mi è venuta l’idea di raccoglierle tutta questa umanità in un nuovo libro per evitare che andasse perduta e anche per poter condividerla coi cittadini di Albano e dei Castellii». Il nuovo libro di Maurizio Bocci verrà presentato insieme allo scrittore, poeta albanense e cittadino onorario dei Castelli Romani, Aldo Onorati, nella sala conferenze dell’Hotel Villa Aricia, il prossimo 15 dicembre alle ore 17,00. È in vendita ad Albano, libreria Caracuzzo e nelle edicole del centro. Nelle librerie The Book di Genzano, Adeia di Grottaferrata e nell’edicola di Castel Gandolfo.