Si tratta del secondo e probabilmente decisivo incontro della Conferenza dei servizi, più volte rinviata, chiamata a valutare il progetto della società Paguro Srl per un mega-immondezzaio al confine tra Aprilia e Ardea (Tor San Lorenzo), non lontano da Anzio (Lido dei Pini). In questa occasione, sono spuntati striscioni sotto la sede della Giunta e degli uffici regionali dove si sta discutendo il progetto. Sotto la Regione Lazio in via del Tintoretto, vicino la Cristoforo Colombo, la voce dei cittadini contrari alla discarica è chiara: “Discariche e TMB in mezzo alle abitazioni. Non è transizione ecologica, solo vergogna!”. Così dice uno degli striscioni. Su un altro si legge invece: “Nessuna tutela per salute e territorio di fronte agli interessi dei privati. Riprendetevi il vostro inferno. Siete il fallimento della politica!”.
CITTADINI SILENZIATI?
«Non consentono di prendere parola neanche stavolta a chi ha presentato osservazioni», riferisce una persona dei comitati e associazioni presenti.
Il progetto, lo ricordiamo, prevede una discarica per rifiuti e scarti di rifiuti dell’indifferenziato, oltre a un piccola parte di vecchi rifiuti (anche tossici) illegalmente sversati nella ex cava in località La Cogna. Nella vicenda degli sversamenti illegali risultò coinvolto lo stesso autotrasportatore di Lavinio pizzicato negli anni ’80 dalla Guardia di Finanza a scaricare oltre 400 fusti con il logo della Recordati nel bosco della Spadellata, area protetta nel territorio di Anzio. Una storia in cui fu avviato dall’allora Pretore di Anzio un processo penale e conclusasi con una transazione tra Comune di Anzio e Recordati. L’accordo fu firmato dal Comune di Anzio, dalla Provincia di Roma esattamente 10 anni fa, il 12 luglio 2011. La società farmaceutica ha pagato poco più di 800mila euro e la questione è stata chiusa. Il processo portò alla condanna di due dirigenti della fabbrica farmaceutica di Campoverde e dello stesso trasportatore in primo grado. Ma i reati furono poi dichiarati estinti per via delle prescrizioni. Il caso riemerse alle cronache quando sull’intera vicenda a gennaio 2016 l’allora Consigliere comunale anziate Ivano Bernardone presentò una interrogazione (LEGGI QUI nostra inchiesta)
Tornando ai nostri giorni, il progetto Paguro prevede un intervento per 750mila metri cubi complessivi: quanto 120 palazzi da 10 piani.