Tutti e quattro hanno perso nel giro di tre anni più di duemila visitatori. Il dato sconfortante è emerso in una delle ultime riunioni della Commissione Cultura. Secondo i numeri resi noti dagli uffici comunali preposti, i quattro musei suscitati hanno registrato 12.346 visitatori nel 2011, 11.073 nel 2012, 10.160 nel 2013. Il calo è vistoso e parla chiaro, soprattutto se sommato al dato altrettanto negativo relativo al personale impiegato all’interno di queste strutture, passato nei tre anni considerati da 9 a 5 unità. L’idea che il settore culturale possa, se ben organizzato, essere fonte di lavoro e di guadagno evidentemente non appartiene ai nostri amministratori: nel Piano esecutivo di gestione 2014 lo stanziamento previsto dal Comune per la cultura è pari a circa 70mila euro, stessa cifra destinata al settore lo scorso anno. Una cifra irrisoria a fronte di un patrimonio importante, che andrebbe valorizzato a dovere attraverso iniziative e progetti strutturati capaci di attirare visitatori e turisti.
Ma manca una strategia di investimenti, così come mancano le risorse utili a promuovere i musei o i siti archeologici del territorio. Nell’area di Satricum, tanto per citare un esempio, deve ancora aprire il museo che il sindaco aveva promesso pronto per dicembre. Ancora non se n’è fatto nulla. In sede di Commissione Cultura qualche proposta per rilanciare la rete museale cittadina è pure arrivata: si dovrebbero tra le prime cose incrementare le unità impiegate nelle strutture, poi ci sarebbe da pensare una seria programmazione e si potrebbero vincolare parte degli introiti derivanti dagli ingressi all’organizzazione di mostre e all’acquisto o noleggio di opere importanti o, ancora, si potrebbero presentare progetti alla Regione Lazio, al Governo e all’Unione Europea, sull’esempio di molte città italiane che hanno saputo fare del proprio sistema museale un fiore all’occhiello, un polo di attrazione turistica e un’entrata economica per il bilancio comunale. Ma, a quanto pare, chi ci governa nemmeno sa copiare.