Per quella morte, nel 2006, arrivò la condanna in Cassazione del tenente colonnello Matteo Pozzoli a un anno di reclusione (sospesa) per omicidio colposo e disastro aviatorio e, nel 2012, la condanna della Corte dei Conti per il risarcimento del costo del velivolo distrutto. Nonostante il ricorso, nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha confermato la condanna a Pozzoli, che dovrà pagare 79 mila euro all’Aeronautica Militare.
L’aereo, un piccolo apparecchio da trasporto generalmente utilizzato per il volo a vista e per l’addestramento al volo di base, era partito la mattina dell’8 agosto di 20 anni fa alle 10.47 da Pratica di Mare, con un piano di volo che avrebbe dovuto toccare la verticale di Aprilia e di Pratoni del Vivaro.
Il velivolo cadde dopo pochi minuti “per gravi inadempienze del pilota” (questo hanno stabilito i Giudici nei vari gradi di giudizio) che ne perse il controllo dopo aver “indebitamente e deliberatamente” portato il velivolo sotto la quota di sicurezza, in una zona collinare, impervia e caratterizzata da una fitta vegetazione.
I tre occupanti del velivolo – oltre allo stesso Poggiali, l’allora maggiore pilota Matteo Pozzoli e il maresciallo di terza classe motorista Ermenegildo Franzoni – sopravvissero miracolosamente all’incidente, ma Poggiali versava in condizioni critiche.
Sotto accusa fin da subito ci furono i ritardi nelle operazioni di ricerca dei dispersi, che rimasero 24 ore sul Monte Lupone, ritrovati solo 24 ore dopo da un gruppo di escursionisti. Poggiali era deceduto poche ore prima. L’iter processuale civile e militare è stato particolarmente lungo, terminato solo a fine marzo con la conferma della condanna da parte della Corte dei Conti.