La I sezione civile della Corte di Cassazione nelle scorse settimane ha dichiarato improcedibile il ricorso presentato dal Comune di Aprilia contro una decisione della Corte d’Appello di Roma e le società Costruzioni Civili Aprilia e Costruzioni Immobiliari Aprilia, entrambe in liquidazione.
Questa vicenda ha origini nel 1985, quando la Costruzioni Civili Aprilia portò davanti al Tribunale di Latina una causa contro il Comune di Aprilia. La società affermava di essere proprietaria di un’area di terreno in via dei Mille occupata nel 1979 dal Comune, trasformata irreversibilmente in un parco pubblico oggi intitolato a Giovanni falcone e Paolo Borsellino, senza un decreto di esproprio valido, il quale fu successivamente annullato dal Tar del Lazio. La società richiedeva il risarcimento dei danni subiti.
Il Comune di Aprilia oppose resistenza, sostenendo inizialmente la mancanza di giurisdizione del giudice ordinario. Nel 2002, il Tribunale di Latina, constatata l’illegittimità dell’occupazione e la destinazione edilizia dell’area, accolse la richiesta dei privati, condannando il Comune al pagamento di 1.371.855 euro, oltre rivalutazione e interessi.
Il Comune di Aprilia fece appello, ma nel 2008 i giudici confermarono l’inammissibilità del ricorso contro la Costruzioni Immobiliari Nuova Aprilia, costituitasi insieme alla Costruzioni Civili Aprilia.
Dopo un primo ricorso accolto dalla Cassazione nel 2015, la Corte di Appello di Roma nel 2018 accettò l’appello principale del Comune, ma anche quello incidentale della Costruzioni Civili Aprilia, condannando l’ente al pagamento di 9.286.482 euro, oltre accessori e spese legali.
Il Comune di Aprilia tentò nuovamente di ricorrere in Cassazione, ma senza successo.
Di conseguenza, il Comune è tenuto a pagare 9,2 milioni di euro ma anche le spese legali a favore delle controparti, ammontanti a 13.000 euro per compensi e 200 euro per esborsi, oltre ad altri costi previsti dalla legge. A questi vanno aggiunti interessi e rivalutazioni di 44 anni. Secondo i calcoli del Comune, la cifra sale così a circa 30 milioni di euro.
Un duro colpo finanziario per il Comune, che rischia dunque il dissesto finanziario. la bancarotta.
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