“Le procedure di dimensionamento – si legge nella nota della Regione – salvaguardano l’autonomia delle Istituzioni scolastiche ubicate nelle piccole isole, nelle zone particolarmente isolate e nei territori del cratere sismico del 2016 e non modificano l’identità storico culturale e territoriale delle istituzioni scolastiche coinvolte comportando unicamente lo spostamento delle sedi di dirigenza. Tutti i plessi scolastici rimarranno, infatti, funzionanti e operativi nei territori in cui sono collocati”.
I tagli alle dirigenze
Nello specifico gli interventi di riorganizzazione della rete scolastica descritti nella delibera della Regione prevedono l’accorpamento dei seguenti istituti scolastici:
- Latina: istituzione di un nuovo istituto di istruzione superiore nella provincia di Latina, con il San Benedetto accorpato all’istituto Einaudi Mattei che diventa in questo modo un maxi polo tecnico.
- Nettuno: prevista l’aggregazione della Direzione Didattica “CD Nettuno” all’Istituto comprensivo Nettuno III.
- Lanuvio: istituzione di un nuovo Istituto comprensivo mediante aggregazione dell’Istituto comprensivo “Ettore Majorana” all’Istituto comprensivo “Marianna Dionigi”.
- Ciampino: prevista l’aggregazione della scuola secondaria di primo grado “Umberto Nobile” all’Istituto comprensivo “Leonardo Da Vinci”.
«È stata una scelta complessa, sotto alcuni aspetti drastica – ha spiegato l’assessore alla Scuola della Regione, Giuseppe Schiboni – La delicatezza e rilevanza del tema trattato ci ha portato a lavorare con estrema determinazione e precisione nell’ottica di organizzare un’offerta formativa complessiva equilibrata e sempre più funzionale».
Sindacati contrari all’accorpamento degli istituti scolastici
«La Regione Lazio ha deliberato il dimensionamento forzoso di un numero significativo di istituzioni scolastiche nel Lazio, un colpo di mano che avviene dopo che la Conferenza Regionale Permanente per l’Istruzione, convocata dall’Assessore regionale Schiboni e chiamata a decidere circa il Dimensionamento, aveva votato il 19 dicembre scorso all’unanimità un piano condiviso con i Municipi, i Comuni, le Province, l’Area Metropolitana e gli istituti scolastici, nel quale si definivano solo 2 accorpamenti su l’area metropolitana e il Comune di Roma» commenta Alessandro Tatarella, Segretario Generale della FLC CGIL Roma Lazio.
«Una decisione in spregio alle più elementari regole della democrazia, un colpo di spugna al confronto forzato dalla volontà del Ministero di procedere ad accorpamenti senza capo né coda, anche tra Istituti molto lontani tra loro e spesso in territori delicati in cui la scuola rappresenta un vero e proprio presidio di partecipazione e democrazia».
«Aver disatteso l’indicazione dei territori, delle comunità e della Conferenza Regionale è il segno profondo del tasso di democraticità della giunta e della maggioranza» aggiunge Natale Di Cola, Segretario Generale CGIL Roma e Lazio.
Leggi anche: Tagli alla scuola, 37 istituti scolastici del Lazio rischiano la chiusura