Era dal 2009 che quell’accesso dalla Divina Provvidenza in via Gramsci era chiusa, da quando il Vaticano aveva venduto l’immobile, con scalinata annessa, ad altre persone. Prima di allora ogni anno veniva fatta una apposita convenzione.
“Stante la chiusura del passaggio, operata dai nuovi acquirenti, ed al fine di garantire alla collettività il protrarsi dell’accesso alla spiaggia ed al mare attraverso la predetta proprietà, le Amministrazioni comunali pro tempore succedutesi, hanno adottato provvedimenti temporanei sia di natura consensuale che giudiziale nei confronti degli attuali proprietari”, si legge nella delibera dei commissari straordinari.
Sono i regolamenti regionale a stabilire che le pubbliche amministrazioni debbano garantire varchi di accesso agli arenili pubblici.
Da un anno il Comune stava lavorando a questo risultato. Nel marzo scorso i proprietari della discesa a mare hanno formalizzato all’Ente la volontà di cessione volontaria degli immobili.
La proprietà e il costo
Si tratta di “Porzione di terreno posta dalla Via Gramsci sino all’ arenile sottostante adiacente proprietà Italcliniche srl, delimitata sul fronte strada da metri sei di larghezza per una profondità di metri venti circa, di cui metri otto ricadenti sul terrazzo sovrastante e metri dodici circa di terreno sottostante fino a giungere all’arenile demaniale il tutto per complessivi mq. 120”.
L’indennità ’indennità stabilita e concordata tra le parti è di 27.200 euro.
Nettuno, una decisione attesa
«Sono stati spesi anche dei soldi pubblici per mettere in sicurezza la scala della Divina Provvidenza e quella di via Gramsci, aperta pochi giorni fa e chiusa il 29 luglio, tra l’altro senza alcuna comunicazione costringendo i cittadini ad andare al Belvedere per, poi, fare altra strada fino alla spiaggia libera».
Lo scrive in una lunga lettera nel 2021 una cittadina, a nome di molti altri, per segnalare un problema che da molti è vissuto in maniera serissima.
«Perché non cogliere le esigenze di una buona fetta della popolazione cercando di alleviare i loro disagi? Da anni, quindi, si spendono dei soldi per messe in sicurezza delle scale, per indennizzi ai proprietari senza mai risolvere definitivamente il problema. C’è stata sordità anche riguardo la richiesta di attuare l’esproprio della discesa del privato, di proprietà del Vaticano, utilizzata dai cittadini prima della vendita».