Nessuna certezza sulle accuse mosse alla Sep di Pontinia sul compost prodotto. Ad assicurare che quel fertilizzante non sarebbe stato a norma e che dunque doveva essere considerato un rifiuto, portando l’Antimafia di Roma a muovere una serie di accuse all’azienda e ad indagare 29 persone, è stata l’Arpa Lazio, che non ha competenze su quella materia. A sostenerlo è la stessa società di compostaggio pontina, al centro dell’inchiesta denominata “Smokin’ Fields”, sviluppatasi tra Pontinia, Sabaudia, Maenza, Cori, Aprilia, Ardea e Roma. L’avvocato Domenico Oropallo, difensore della società e dei principali indagati, gli imprenditori Vittorio e Alessio Ugolini, ha quindi presentato un’istanza alla Dda capitolina, chiedendo di poter rimuovere il materiale al centro delle indagini dalle aree sequestrate e di poterlo riprocessare, verificando prima con analisi affidate a laboratori abilitati per quel tipo di accertamenti se effettivamente quel compost non è a norma. Una richiesta fatta anche puntando a ottenere uno sconto al termine delle indagini, per via del cosiddetto ravvedimento, e precisando che la Sep è stata autorizzata dalla Regione a partire dal 14 febbraio 2017 a trattare anche compost fuori specifica, particolare che, se necessario, consentirebbe appunto alla società di riprocessare il prodotto oggetto delle contestazioni. L’avvocato Oropallo ha quindi precisato che già due anni fa la stessa Arpa Lazio, rispondendo a un quesito posto dall’azienda di compostaggio di Pontinia, ha specificato che svolge le proprie attività per accertare il rispetto delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale, ma non esegue servizi finalizzati alla verifica della conformità dei prodotti ai fini della loro immissione sul mercato. Un elemento evidenziato dalla difesa per sostenere che tutta l’inchiesta sul compost fuori specifica ruoterebbe su quanto attestato da tecnici che non avrebbero competenza per rilasciare simili certificazioni. Infine, per quanto riguarda il materiale smaltito nella discarica gestita dalla società Adrastea in via Canestrini, a Roma, sempre il legale della Sep sottolinea che in quel sito viene portato il materiale prodotto dagli scavi per la realizzazione della Metro C e che la società è autorizzata a coprire quel rifiuto impiegando proprio il compost. Ora deciderà l’Antimafia.
02/07/2019